lunedì 23 novembre 2015

storia di un salvataggio

alle ore 23:30 di giovedì per me è iniziata una maratona di 20 ore di risate ininterrotte.
suona il cellulare di emme, era suo fratello che lo chiamava con un numero sconosciuto. "emme" ha detto "scusa l'orario, sono in birreria e mi è scivolato il cellulare nel water. non è che avresti un cellularino di riserva da prestarmi domani?"
io stavo dormicchiando e emme pure, emme mi sveglia e mi racconta questa cosa. mi metto a ridere, decidiamo di uscire in terrazzino per una sigaretta, ed ecco la scoperta: sul terrazzo c'era un colombo. ma non un colombo nero e brutto come quelli infestanti di Venezia, bensì bellissimo. candido. e con l'anellino alla caviglia.
che si fa?
io ed emme ci guardiamo, cerchiamo di separare il colombo dai gatti, e ci colleghiamo al sito della Lipu dove consigliano di chiamare il numero 24h 1515, della guardia forestale.
il ragazzo gentilissimo che ci risponde ci suggerisce di mettere il piccolo in sicurezza e l'indomani di chiamare la polizia provinciale, addetta al recupero della fauna selvatica.
il colombo non sembra ferito, ma non riesce a volare.
lo lasciamo lì e andiamo a dormire. il giorno dopo io vengo a padova a lavorare e emne chiama la polizia provinciale che dice "questo non è selvatico non è di nostra competenza" allora chiama il comune che dice "se non è morto non è di nostra competenza"
a me viene un flash: un paio di anni fa con un amico incontrato per caso una sera, io ed emme abbiamo avuto una bellissima conversazione sui chiurli.
perché questo nostro amico, o meglio conoscente, tra le varie cose che fa è l'INANELLATORE DI UCCELLI. mette l'anellino sul piedino e studia le migrazioni. bé poi lui si occupa anche di salvataggio degli alberi delle città della provincia, e fa la conta dei pipistrelli nelle grotte.
il problema è che questo non è proprio un amico, in realtà è un amico di mia cugina.
sento mia cugina e mi faccio dare il numero di questo qua.
che arrabbiato nero perché era in ferie fortunatamente mi risponde.
e mi consiglia di leggere l'anellino col numero del piccolo colombo, che siccome è tanto carino io ed emme battezziamo Cirillo.
nel frattempo i nostri amici parenti e colleghi hanno tutti da dire la loro: chi suggerisce ricette di colombo e polentina, chi dice "è bello, chiedi il riscatto", chi si inalbera con la Lipu con la polizia provinciale e con il comune, chi azzarda ipotesi sulla razza del volatile: un merlo albino, un colombo di Mittelhausen? e chi suggerisce di liberare i gatti e vedere che succede.
girano foto su whatsapp, emme sistema il colombo dentro casa nel trasportino dei gatti, accanto al termosifone perché tremava dal freddo, con l'aiuto di Luciano l'operaio rumeno che sta sistemando degli appartamenti in condominio, e che si propone come adottante del colombo.
insomma la morale della storia è che:
la matricola del volatile l'ho decifrata con l'aiuto del database online che scheda i volatili inanellati. Cirillo è un colombo viaggiatore da gara che appartiene all'associazione colombofila di un paese vicino. collegato alla sua matricola trovo il cellulare del presidente dei colombofili. ci diamo appuntamento in stazione, io emme e il presidente e naturalmente Cirillo, che a quanto pare è solo molto molto debole perché a volte capita che un colombo viaggiatore perda la bussola e si perda e giri per mesi in cerca della sua casa. senza più di tanto mangiare e stare al calduccio.
facciamo il passaggio del colombo
ci facciamo spiegare come funziona un'associazione colombofila
e alla fine, sapendo Cirillo al caldo e al sicuro, andiamo a berci una birra e raccontare agli amici la fantastica avventura
io credo di non essermi mai divertita tanto!
ciao Cirillo, riprenditi!

PS. emme. chi salva una vita, salva il mondo intero, lo sai?
PPS: eccovi Cirillo. io non dico bugie!


giovedì 19 novembre 2015

il dono del rancore - un libro di Tappatà Laura

vorrei mettere ordine tra i pensieri e le emozioni che leggere la recensione di questo libro mi ha suscitato.
solo la recensione! e un'intervista alla scrittrice.
io non so se comprarlo o no, ma a questo punto quasi quasi lo voglio.
è fantastico.
si parla di rancore. dopo una ferita, un tradimento di un ideale o il crollo di alcuni progetti di vita, si provano emozioni molto distruttive, chi più chi meno, ciascuno di noi ha sperimentato qualcosa del genere nel corso della sua vita.
dapprima l'incredulità, poi lo sgomento, poi la disperazione, poi la rabbia.
poi, e noi italiani che siamo imbevuti di religione cristiana ne sappiamo qualcosa, arriva il perdono, che risolve e sana ogni ferita, e in parte questo è anche vero. perdonare aiuta chi perdona, serve ad accettare che il torto subito ci ha comunque migliorati, vissero in pratica tutti felici e contenti.
autoriferendomi, però, mi sono chiesta come mai, sebbene il perdono nei confronti del mio ex marito sia finalmente giunto, di notte, nei sogni, nel dormiveglia, o nell'ubriachezza, mi capita ancora di ribollire di rabbia.
la spiegazione che mi davo era duplice: da un lato, pensavo, sono una cristiana poco brava perché il mio perdono è imperfetto.
dall'altro, forse ho perdonato la persona sbagliata: non è lui che dovevo perdonare, bensì me stessa, di averlo amato così ciecamente e ottusamente.
e però non ne venivo fuori. perdonare sé stessi, è una cosa potenzialmente meravigliosa. per fare questo io devo uscire da me stessa, considerarmi come un'altra, e dirmi "io ti perdono, cara betta".
cosa che ho fatto ma non è che avesse sortito questi grandi effetti., e ancora non capivo perché. forse adesso un barlume del perché non  funzionasse adesso l'ho afferrato.
non funziona, no, per niente. perché perdonare me stessa significa rinnegare un sentimento naturale, e ovvio, come il rancore. significa volerlo sradicare senza accettarlo e senza darci dignità.
avete presente, quando qualcuno è accanto a voi e voi gli raccontate un vostro problema? e quando avete finito di parlare, lui vi risponde "non pensarci"?
ecco io mi sentivo così, ma come faccio a non pensarci se ci sto pensando? posso guarire da una ferita, ma se quella ferita mi ha lasciato sciancata, sciancata comunque resto e mi incazzo, perché prima sciancata non ero!
il rancore in realtà porta ciascuno di noi a prendere contatto con il lato passionale di noi. non è che si guarisce sempre, se per guarire intendiamo il tornare come prima. a volte si torna con una marcia in più anzi direi praticamente sempre, ma come in ogni cambiamento ci si lascia necessariamente qualcosa indietro, qualcosa per la strada lo si perde, per esempio l'innocenza, che evapora sulla strada e non torna mai più.
eccolo lì, il rancore, una passione che muove il mondo., è brutto, ma esiste. è vero, oh, se è vero.
e non deve per forza passare. al massimo ci può rendere più creativi, al massimo fa migliorare il nostro umorismo, che diventa più macabro, più scuro, più scanzonato, più completo.
ma chi lo ha detto che il rancore deve essere per forza enucleato dal nostro cuore?
detta così sembra quasi un'amputazione.
io il rancore ce l'ho e non sono un mostro, perché ce l'hanno anche tanti altri. e non solo: io non sono un mostro se lo lascio lì assieme all'amore per emme, assieme al perdono per il mio ex, assieme alla voglia di dimagrire ai peli dei miei gatti e all'odore di soffritto che impregna la mia casa.
è una mia caratteristica, è normale, e sarei più MOSTRO se cercassi di fingere che non ci sia. perché in qualche maniera uscirebbe e in forme molto ma molto più distruttive di così.
quindi non pensarci? e no, io ci penso eccome.
perdonare? come posso perdonare una cosa che non è perdonabile?
occorre invece accettare di provarli, certi sentimenti così brutti.
non c'è altro da fare.
lo compro.


martedì 17 novembre 2015

quella voglia di annotare pensieri, sapete. e anche di criticare.

quella che ti viene anche se non hai niente di definito da scrivere, e che è la responsabile dell'intasamento del web. quella che spesso fa scrivere ai più, anche come messaggio di stato di fb, "quante str*****e riesce a dire l'italiano medio normalmente".
ecco.
io stavo riflettendo proprio su questo, in una pausa da lavoro, e ho digitato su Google per curiosità la frase "descrizione di una persona stupida".

sono incappata in un blog, che non linko, un blog di una certa pretesa, scritto da una signora non più tanto giovane. il post in questione spiegava come relazionarsi con una persona non toppo intelligente.
come al solito però, il ritratto della persona non troppo intelligente corrispondeva sostanzialmente con la sottoscritta, ma essendo superata ormai la fase premestruale ho stretto i denti e ho proseguito la lettura. dell'intero post, e anche di qualche altro in questo blog.
l'autrice ad un certo punto narra di essere stata presentata, ad una festa, ad una persona, una donna, che non faceva altro che parlare dei suoi amanti, tutti uomini che contano. delle sue malattie. che civettava, che era ormai vecchia e brutta, e sfatta, che si vantava di qualità che non aveva, tanto che il dubbio mi è sorto: ma vuoi vedere che questa festa è durata trentasette anni? cioè, l'autrice del blog descrive questa persona conosciuta ad una festa con una dovizia di particolari che le ipotesi che mi sono venute in mente per spiegare l'arcano (ad una festa se uno ti sta sui cogl... ehm... sui cabbasisi in genere non ci resti assieme così a lungo da venire a sapere così tante cose sul suo conto) sono le seguenti:
1) la donna conosciuta alla festa è sua sorella
2) la donna conosciuta ad una festa è immaginaria
3) la donna conosciuta ad una festa è lei stessa
ho trovato acrimonia, specie nei confronti delle donne, nonostante il blog si proponga di essere un supporto ed una guida per le donne che hanno superato una certa età, per tornare di nuovo a sedurre, a comportarsi con eleganza, ad essere delle vere Signore insomma. ma se vuoi che una sia una vera Signora non puoi istigarmela all'odio, figlia mia. nei confronti poi, di categorie di donne etichettate con la cucitrice.
una menzione particolare va al concetto di "gatta morta", che, sostiene l'autrice, è sempre minuta bassa e tendenzialmente bionda, al massimo castana. mai rossa o bruna DI CAPELLI.
un concetto occamistico, direi. anzi, lombrosiano. In base alla statura, alla corporatura, alla pigmentazione, riesci a determinare il gattamortismo di una donna.
una sequela senza fine di luoghi comuni. sulle bionde sulle cozze sulle vecchie, sull'eleganza, sui costumi moderni così privi di buon gusto. eccetera eccetera eccetera.
una così viene a dare lezioni di come ci si deve rapportare con una persona poco intelligente.
Perché?
la risposta non la conosco, ma il sapore che sentivo in bocca leggendo era l'amaro del sangue di una ferita della quale non ci siamo neanche accorti.
e l'acido di una donna che porta un fardello di anni e deve dimostrare di essere non ancora ingobbita dalla tristezza e dalla vecchiaia.
è per questo
che in questo blog mi sfogo, ammetto le mie debolezze, mi spoglio proprio della maschera a costo di sembrare infantile, non me ne frega, ma proprio no, e non do lezioni ad anima viva. non voglio essere come la povera donna in questione, che sicuramente fa un mestiere prestigioso e sarà SICURAMENTE meglio di come appare da ciò che scrive.
mi ha fatto molta tristezza.
non l'ho commentata.
non so se avrei dovuto.


OH, a meno che non fosse un FAKE. in quel caso, i miei complimenti

mercoledì 2 settembre 2015

SI SI sto bene

non sempre ho voglia di scrivere, e di leggere. dopo 8 ore in ufficio sviluppo un'allergia cronica ai computer per cui a casa sto a coccolare i gatti e sfaccendare piatti e mestieri domestici.
vorrei dare un taglio agli alcolici, per un semplicissimo motivo, che è lo stato depressivo chimico che si è aggravato dopo il rientro dalle ferie. ferie stupende, all'isola d'elba, dove faccio sport e mi diverto tanto. e poi il rientro choc.
e il down.
emme che ad aprile è stato pure operato alla gola, oggi è andato al centro antifumo dell'ospedale per la prima volta.
io devo aiutarlo e non posso fumargli vicino. è mio dovere. non per me stessa, non ho voglia di fare niente, per me stessa.
e questa sera con due amiche mi iscrivo in piscina.
tengo alta la bandiera e contraggo un bel sorriso come in palestra ti dicono di contrarre i glutei, ma la verità è che le cose non vanno bene. nel senso, vanno bene per carità, anzi, però io dentro mi sento morta.
domenica gli amici stanno organizzando una gita in montagna quando il mio solo desiderio sarebbe di stare a casa da sola a scolarmi bottiglie di bianco da sola e parlare da sola e piangere da sola.
il mio lavoro consiste nello svuotare il mare con un cucchiaino, una cosa totalmente inutile e anzi immorale, perché i nostri servizi non costano poco.
la mattina mi alzo presto per prendere il treno e do un'occhiata allo specchio e vedo la faccia di una che fa un lavoro deprimente.
sono ingrassata poi dimagrita poi ancora ingrassata. mi vedo brutta e mi lavo in continuazione, mi sembra sempre di avere un cattivo odore.
ho rotto dei pantaloni che usavo spesso, erano ormai vecchi. non ne ho più comprato cose nuove. quindi ora i miei pantaloni in totale sono un paio di jeans bootcut neri, tre paia di pantajazz decathlon neri da nove euro con l'orlo calpestato, un paio di pantaloni leggeri color crema.
stop.
non ho gonne.
né scarpe.
qualche maglietta leggera, che messe una sull'altra diventano un'unica maglia pesante, volendo.
se mi invitassero ad un ricevimento non ci andrei.
dovrei comprarmi qualcosa ma non mi va, non mi va di fare niente. proprio niente. per me stessa.
e penso che la colpa sia della quantità smodata di alcolici che ultimamente ho bevuto quindi stop. sport, basta vino, basta sigarette, stare così non si può, fa male davvero tanto male.
si la morale, ebbrava qui enonlamentarti e i bambini in africa che muoiono di fame.
e soprattutto "smetti che ti fa male", "non pensarci", "pensa alla salute", "dai fastidio",  "sei una persona fortunata invece" ecco, frasi che non occorre dirmi anzi sortirebbero l'effetto opposto. perché tanto me le ripeto da sola.
non so di cosa posso aver bisogno ancora.
odio il fatto di essere una donna, lo odio sempre di più.
inefficace e imbranata e instabile e pure cessa.
non è colpa di niente e di nessuno e la gente splendida intorno a me è tanta, io però non sono in grado, in questo momento, di sorridere di cuore.
odio anche la natura, che se fosse stato per lei sarei morta a poche ore di vita di anossia cerebrale, che mi avrebbe voluta cieca, che stava per ammazzare mia mamma con un'emorragia cerebrale, che ha fatto pablino epilettico. che ha fatto venire il tornado a pochissimi chilometri da casa mia l'otto luglio.
ho divorziato l'11 agosto.
ho sorriso l'11 agosto.
sempre così come si contraggono i glutei. forza, mi sono detta, che vai avanti. vai avanti e anche se dentro di senti un quintale di cemento, se continui ad andare avanti poi ti volterai indietro e ti accorgerai che un po' di strada l'hai fatta.
io mi volto indietro e in effetti si un po' di strada l'ho fatta, ma la soddisfazione per ora non la sento.
dovrei comprare lo zoloft su internet.

RICORDA BENE LETTORE OCCASIONALE questa è la pattumiera. magari perché ho fatto tanti anni di teatro, ma neanche immagini come sono dal vivo, pensa che faccio ridere so essere anche spiritosa e allegra.
so mentire benissimo.
so essere dolce e gentile.
e se qui sono tetra, è perché è l'unico posto al mondo dove posso permettermi di esserlo.



lunedì 1 giugno 2015

l'illuminazione

venerdì sera emme aveva un impegno di lavoro. gli ho lasciato l'auto, sono rimasta a casa volentieri. non avevo voglia di vedere nessuno e sentivo di avere bisogno di raccogliermi a riflettere un po'. da sola.
e ho capito delle cose, delle cose spiacevoli, sull'incontro di martedì sera. sono giornate hot queste, a livello personale, però c'è anche da dire che le ovvietà spesso non le capiamo se non quando riusciamo a distaccarcene un attimo.
l'ex marito martedì sera aveva l'aria afflitta e io mi sono sentita male per lui. ma ragionando mi sono resa anche conto che lui ha sempre avuto l'aria afflitta.
con la sua faccia triste ha sempre ottenuto quello che voleva.
mai, nei nostri incontri, mi sono permessa di mostrarmi così! sono sempre stata triste, ma già da subito quando all'indomani della rottura sono passata nella ex casa a prendermi almeno i miei vestiti e le mutande, ho cercato di preservare lui da ulteriori sensi di colpa. immaginavo che già lasciare la moglie sia una decisione sofferta, non potevo aggravare il suo cuore della pena per me. c'è di più, io mi sentivo così fragile che non volevo la sua pena. volevo dargli l'impressione di essere forte, volevo che capisse che aveva lasciato una Regina, non una povera cucciola sperduta.
naturalmente la cosa mi costava un grosso sforzo, prima di andare studiavo e ripassavo la parte. ma questo mi ha dato una grande forza per andare avanti. tornavo a casa con un gran mal di testa e una grande voglia di piangere, ma ce la facevo, ce l'ho sempre fatta nonostante tutto. anche il momento più drammatico, che è stato quando alla vigilia dell'udienza sono andata da lui a spartirmi i mobili. e ci siamo trovati gli omini che avevano messo per decorare la torta nuziale e le bomboniere fatte da mia mamma all'uncinetto.
ho tenuto duro, ho ingoiato il boccone amaro e ho tirato fuori il sorriso (i coglioni).

ma lui? martedì?
dov'è la forza, dov'è la dignità? perché quella faccia? per fare sentire in colpa me, magari, che un pezzettino alla volta ho ricostruito la mia vita e sono diventata una persona felice? perché lamentarsi della stanchezza, perché fare l'aria contrita? quasi a punirmi?
dovevi forse essere l'unico, della mia vita, e ti secca che io stia bene, con un altro, con tutt'altra storia?

ho capito. ho capito che non sopporto le persone sleali. perché era sleale e cattivo fare questo a me, proprio a me che l'ho protetto dalla colpa e dalla tristezza. che andando avanti gli ho agevolato il lavoro.


venerdì 29 maggio 2015

voglia di

vorrei elencare le cose di cui avrei voglia adesso. per distrarmi da questa settimana, per fortuna al tramonto, molto difficile a livello lavorativo e anche personale.
vorrei
che emme non avesse l'appuntamento di lavoro questa sera
in alternativa, che la mia amica nora e io ci incontrassimo
vorrei una doccia fresca in una giornata incandescente
vorrei cenare con la mia pizza preferita (margherita doppia mozzarella aglio e prezzemolo, provatela, buona!)
vorrei che mi piacessero i dolci così potrei mangiare anche un gelato e invece i dolci mi fanno schifo e mi sento sola (dal punto di vista alimentare) per questo. anche ad emme i dolci fanno schifo. che roba :) siamo in pochi e ci siamo trovati
vorrei stare coi miei gattini e farli giocare e coccolarli tutti quanti ogni singolo pelino
vorrei diventare più ordinata e più costante nel pulire casa
e imparare a fare le lavatrici bianco che più bianco non si può
vorrei non sentirmi sempre imbarazzata quando si deve ballare
vorrei avere una bellissima voce come la mia amica zeta e cantare e sbalordire tutti
vorrei un vestito giallo che ho visto da H/M
vorrei saper fare bene questo lavoro e invece non ci capisco una boia
vorrei aver già fatto benzina questa sera, e non dovermi fermare al distributore
vorrei andare a qualche concerto-evento tipo gli AC/DC
vorrei avere l'auto pulita
vorrei studiare pianoforte e saper leggere la musica bene
avrei voluto altre cose in passato. adesso voglio queste.

giovedì 28 maggio 2015

HABEMUS DATAM

notata la finezza dell'accusativo, rimembranza vaga del liceo.
e si.
il divorzio consterà di due incontri, il primo sarà il 17 giugno, il secondo almeno 30 giorni più tardi. col secondo incontro saremo definitivamente non sposati.
oggi l'ex mi ha scritto su whatsapp per dirmelo.
l'ho ringraziato.
l'angoscia di ieri sta lasciando il posto ad una rassegnazione malinconica di come stanno le cose, e sotto un certo punto di vista sono anche contenta che lui stesso possa rifarsi una vita davvero. magari coltivando i suoi progetti verso vicenza, non so che genere di progetti, ma credo che ci siano.
la speranza è l'ultima a morire, diceva una mia ex collega, e chi visse sperando morì CANTANDO, e allora io canto canto e spero che per lui tutto vada bene.
non se lo merita troppo, eh, però una persona così fragile non pensavo che potesse esistere.
a rivangare il passato, che è il mio modo di ricordare, mi rendo conto di averlo protetto spesso. nessuno lo direbbe, io sembro piccola. sono alta 1,54. paffuta, bionda, frangetta, capelli lunghi, abiti da adolescema. recentemente ad una festa mi sono vestita da Arale ed ero uguale.
nessuno lo avrebbe mai detto e io proprio men che meno, che ero più forte di quell'uomo gigantesco che sapeva sempre cosa dire. da dietro, dal basso, l'ho sorretto tante volte.
d'istinto adesso alzerei il telefono e chiamerei i miei ex suoceri. ma per dire cosa, per fare cosa?
ho immaginato l'eventuale conversazione ieri sera sotto la doccia.
"volevo dirvi che ho incontrato vostro figlio. che stiamo per concludere. volevo dirvi che tante cose sono andate nel modo sbagliato e che mi dispiace. volevo dirvi che io quello scemotto di vostro figlio l'avrei anche perdonato. se l'informazione vi fa stare meglio. volevo chiedervi come state. lui non l'ho trovato bene, non posso fare niente per lui, ma voi si. perdonatelo anche voi. vi farà bene, farà bene a tutti. tanto chi nasce quadro non muore tondo, se è tonto lo resterà per sempre. arrabbiarvi con lui e non parlargli più non cambierà le cose. amatelo. io per esempio lo amavo, amatelo, amare è bello e gratis. vorrei piangere per come sono andate le cose. ne ho bisogno ma faccio la forzuta davanti a voi perché conosco vostro figlio e so che alla fine di tutto è esattamente figlio vostro. piangerò più tardi, da sola, nel parco. ma non qui. quando volete ci vediamo per un prosecco e due chiacchiere. mi hanno operata agli occhi ed ora ci vedo bene, ho due gatti meravigliosi, andrò in vacanza all'isola d'Elba. le cose belle che posso raccontarvi sono tante e anche voi me ne potete raccontare tante, ne sono certa."

lo faccio? o no?
e chissà.

mercoledì 27 maggio 2015

che poi, attacco di gelosia

teoricamente dovevo portare all'ex dei documenti. invece mi sono fermata una ventina di minuti con lui e anche un altro amico, per una birretta. a sorpresa, non lo sapevo. non ho scritto a emme. emme mi ha mandato sms per chiedermi dov'ero. avevo il tel silenzioso ancora dall'ufficio e ho visto tardi. emme si è arrabbiato e aveva ragione. non ho avvisato perché ero sotto choc e non ci ho pensato.
ho sbagliato.
e ho sbagliato anche un'altra cosa
i giorni scorsi per non appesantire il cuore di emme con la storia del mio divorzio, pur senza tener nascosto niente, ho manifestato noncuranza. ho cercato di sembrare leggera, sono stata generica. si divorzio, finalmente. son contenta. si vedo l'ex, gli consegno tutto, un piccolo grande passo per l'indipendenza.
non l'ho messo al corrente della guerra interiore che stavo combattendo dentro di me, l'ho fatto in buona fede ma ho sbagliato.
clamorosamente.
perché emme è importante e non va tagliato fuori. mai.
perché sembra, altrimenti, che gli nascondo qualcosa. che sono ambigua.
e se mi fermo con l'ex poi succede il pandemonio.
quindi, oltre all'amarezza di ieri, ho avuto anche il senso di colpa di non aver avvertito.
abbiamo bevuto fino a mezzanotte, abbiamo parlato e parlato, poi, io ed emme.
voglio essere un libro aperto, la trasparenza prima di tutto.
sono stata forte finora, e mai come adesso sto capendo quanta forza ci vuole a mostrarsi fragili.
e mostrare ad emme che il mio ex mi fa una pena infinita significa rischiare tanto, ma lo devo fare, altrimenti
non sarei sincera.
e la sincerità premia sempre.

che disastro

ieri sera è andata peggio di quanto immaginassi.
mi sono trovata davanti un uomo triste, invecchiato, curvo.
abbiamo preso una piccola birra, parlato un po'. consegnato il plichetto.
ho avuto la sensazione che non volesse che io me ne andassi. ho avuto la sensazione che fosse solo.
sembrava sotto l'effetto di un incantesimo.
quante cose sono cambiate, per lui, più che per me.
ho il cuore stretto oggi. vorrei tornare a casa e piangere e basta.
non posso non voglio aiutarlo non ha senso.
ma non ha neanche senso provare a covare sentimenti vendicativi, li ho cercati invano dentro di me. proprio non li ho trovati.
e non posso parlarne con nessuno.
ho il cuore come un'albicocca secca.

martedì 26 maggio 2015

alle 20 di questa sera

passerà il mio ex marito a ritirare i documenti del divorzio breve, che consegnerà al comune nel prossimi giorni.
ho chiamato il comune, sto organizzando tutto e preparando i documenti. lui poi dovrà firmarli e allegare anche la sua carta d'identità.
sono due anni che non lo vedo, se non in qualche foto su facebook. dalle foto pare molto invecchiato. le tempie sono bianche, gli occhi hanno l'aria stanca e le spalle sembrano curve.
è cambiato. più di me? chi lo sa.
sono invecchiata anche io.
una volta mi davano almeno 15 anni di meno, spesso venivo addirittura scambiata per minorenne, ora è davvero tanto che non mi succede più, e per quanto i capelli si ostinino a restare color carciofo e fili bianchi non ne vedo, qualcosa nel mio atteggiamento negli ultimi 3 anni deve essere cambiato.
o nel tono della voce, non lo so.
ora si vede che ho 35 anni.
una storia di svolta, di cambiamento, di novità, una storia che se viene presa dal verso giusto, la nostra, non è neanche una storia del tutto brutta.
però non mi fa un bell'effetto
sono nervosa e tendo a tremare, in questa giornata di telefonate e mail
sarà risolutivo, ovviamente, ed è una cosa che va fatta, ma al solito il cervello dice così, la pancia dice colà
che effetto mi farà?
come starò?
scenderò, gli consegnerò i documenti. ci daremo due baci ci saluteremo come due vecchi amici.
se lo conosco bene, anche se non lo vedo da tanto, tutto sarà risolto in modo indolore e superficiale e freddino.
mi chiedo come vadano le cose a casa sua, convive con la sua donna, io lo ricordo di un disordine e di una sporcizia inauditi, litigavamo sempre per questo. siamo stati anche "sfrattati" da una casa per questo.
non sono una campionessa neanche io, si intende, ma lui superava il limite su tutto. dalle cartacce dei gelati incastrate nel termosifone all'armadio vuoto e tutto il suo contenuto sul pavimento, roba pulita e sporca mescolate. mai lavato un piatto, mai fatta una lavatrice. mai buttato la spazzatura o passato l'aspirapolvere. facevo tutto io.
ora chissà come si è organizzato.
chissà come gli vanno le cose.
non lo saprò mai, non glielo chiederò, non sono cose che mi riguardano più.
lui la sua freddezza il suo essere ieratico e imperturbabile. ora stanno lì, e io invece.
io sto qui.

giovedì 21 maggio 2015

la musica

io ho bisogno, a volte, di ascoltare la musica. la mia musica. ho dei pezzi che sono importantissimi, per me, e non so farne a meno.
mi serve soprattutto quando la sera preparo la cena o lavo i piatti.
la mia playlist personale è atroce, per i più. emme compreso. che fugge quando comincio.
non è sempre uguale ma spesso alcuni pezzi ricorrono
li elenco giusto per spiegare a chi legge quanto posso essere bizzarra

1) BLUTO FUCKS POPEYE dei Bloody Beetrots. detta anche BOILER. un tiro allucinante. una bomba. i bloody beetrots li ho mancati l'anno scorso di poco, suonavano a treviso e non siamo andati e poi è saltato fuori che il concerto è stato interrotto causa maltempo e ondata di fango. quel brano mi fa schioppettare il cuore

2) THE BAD TOUCH dei Bloodhound Gang. mi aveva colpito all'epoca per il video, ci sono loro vestiti da scimmie che cercano di accoppiarsi tra loro, e anche coi passanti e con i pali della luce. canzone da sesso e da giungla (d'asfalto).

3) VOGLIO FARMI LA DJ di Posi. la ragazza è notevolmente carina, la sua voce è grave quasi come quella di amanda lear e gioca con le rime in un modo che mi piace. up up up

4) PRENDI LA PECORA di Gianni Drudi. Talmente volgare e squallida da essere sfacciatamente esilarante, soprattutto perché io gianni drudi l'ho conosciuto di persona e l'ho anche visto live cantare FIKI FIKI e onestamente non so se ho mai visto in tutta la mia vita una roba così degenere.

5) MALEDETTA PRIMAVERA di Loretta Goggi. mi piace, mi strapiace, mi esalta tantissimo loretta goggi. e quando metto su maledetta primavera mi metto anche io a spolmonarmi per cantare. il testo è molto sensuale e molto realistico e si adatta anche bene alla stagione attuale

6) TANTI AUGURI della Carrà. anche e soprattutto per la mossa. ieri sera emme facendo la mossa si è preso una testata sulla cappa del fornello. ma come fai a stare fermo con un pezzo così?

7) SEX MACHINE di James Brown. Ghedappa. si salta come omini di gomma, una bomba di energia

8) MARACAIBO  di Lu Colombo, mare forza nove, rum e cocaina ZAN ZAN. stesso effetto di tanti auguri ma col tocco un po' drammatico in minore che mi fa sentire un po' in campeggio al mare con la pioggia.

9) GREEN ONIONS di Booker T & the MG.S, va benissimo se piove. e va benissimo la mattina presto, mi sento sempre bohémienne e studente. vibrava ieri sera con la stessa onda sonora di quella pioggia pigra e rassegnata. sa anche un po' di asfalto bagnato.

10) THE JOKER di Steve Miller Band, una spruzzata di gioia direttamente in faccia. non fumo le canne perché mi fanno un pessimo effetto, ma sentendo questa quasi quasi ci riproverei.... quando la mettono su virgin radio e sono in macchina spolmono come una stupida

11) NO RAIN dei blind melon. il cantante era di una bravura e di una bellezza commoventi. era. è morto. era molto giovane. questa canzone a partire dal meraviglioso video e poi a venire a cascata è per me collegata a tanti di quei ricordi che potrei scriverci un tomo di trecento pagine. meraviglia.

questo post è un po' insulso, e oltretutto il 90% dei brani che ho messo sono a sfondo sessuale. non pensate male di me (maledetta primavera) e comunque questo post verrà forse aggiornato. se ne possono aggiungere tante, di canzoni, per esempio the final countdown o anche peggio. mi fermo intanto. se qualcuno leggendo avesse voglia, sappia che tutto si trova su spotify o su youtube.

mercoledì 20 maggio 2015

siccome sono ispirata

se per caso qualcuno passasse di qui volevo lasciare una storia natalizia. una VERA storia natalizia.
credo che sia una delle cose più esilaranti che mi siano mai successe, e si vede che mi diverto con poco
dunque:

era quasi Natale e io e mia mamma eravamo andate a comperare palline di polistirolo e stoffine per fare gli addobbi natalizi col patchwork.
andavamo sempre in un negozietto di via caneve a mestre che aveva cose molto belle ma era molto piccolo. ma c'era tantissima gente, e i nostri occhiali si erano tutti appannati.
ma non è questo il punto.
il punto è che a parlare con la commessa, e a causare la coda dietro, c'era una signora disperata.
che diceva "non è pasqua, lo so, ma al posto delle palline non avete per caso anche uova di polistirolo? la mia gallina è anziana e ha la GRAVIDANZA ISTERICA, ma è in menopausa e non può più fare le uova. così gira gira in cerca di un ovetto da covare. le ho messo un uovo di cera ma col calore lo ha tutto schiacciato e sembra una frittola... volevo un uovo di polistirolo così almeno povera gallina mia, troverà un po' di pace"
e la commessa non aveva uova di polistirolo
mia mamma allora batte col dito sulla spalla alla signora e le fa "signora, ghe meta un VOVO DURO" (signora, le metta un uovo sodo)
la signora sbalordita ha risposto "so senxa paroe! no ghe gavevo miga pensà! questa sì che xe na bea idea!" (sono senza parole! non ci avevo mica pensato! questa sì che è una bella idea!)
 
(perdonate il dialetto veneto)

una cenetta

io ed emme ieri sera ci siamo preparati una bellissima cenetta.
seguendo la regola che dice che ad ogni pasto bisognerebbe avere due contorni, uno crudo e uno cotto, noi di contorni ne abbiamo preparati tre.
più mazzancolle con asparagi. il risultato era un bellissimo piatto colorato.
io continuavo a ringraziarlo per la serata. prima di stramazzare a letto stanchissima.
ho da poco il tempo indeterminato a lavoro e sono in affiancamento con una collega che a fine mese andrà in pensione. non so come ce la caveremo senza di lei.
ho pettinato i gattini.
ieri sera pascal il mio angelo rotondo e dolce mi implorava ancora un'altra spazzolata.
è stata una serata dolce e piena di tenerezza.
per cena mi sono messa un bel vestito, anche se eravamo a casa.
e sorridevo così tanto che mi si sono indolenzite le guance.
a volte le cose sanno commuoverci, verdure, radio accesa, un uomo così speciale. due gattini gentili e una doccia.
di nuovo la sensazione di avere i nervi scoperti.
buona giornata
qua in ufficio oggi è una guerra.

martedì 19 maggio 2015

divorzio breve

si divorzia ragazzi. dall' novembre 2012 che sarebbe il giorno in cui ci siamo presentati in tribunale a presentare il ricorso sarebbero dovuti passare 3 anni, pensavamo io e il mio ex marito di avviare le pratiche in novembre 2015. e invece è passata la legge del divorzio breve, che permette a chi si separa in modo consensuale di passare da separazione a divorzio in soli sei mesi.
ma c'è anche di meglio
se si è già separati, si può procedere all'annullamento del matrimonio anche senza avvocato, e anche senza tribunale. è sufficiente recarsi nel comune dove il matrimonio è stato contratto, previo appuntamento, presentando della documentazione ovvia (omologa, carta di identità, pagamento di imposta di bollo di sedici euro tramite bonifico bancario), et voilà, les jeux sont faits.
in comune però ci puoi andare solo se rientri nei requisiti, che sono due:
1) no situazioni patrimoniali ancora da definire
2) no figli non autosufficienti (perché minori, disoccupati o disabili)
 noi rientriamo. noi procediamo.
tra ieri ed oggi ci sono stati degli scambi di mail tra me e l'ex
sentire l'ex generalmente non mi fa un bell'effetto. mi sale subito un gran mal di testa.
non vado neanche a raccontare per la miliardesima volta perché. ieri sera infatti ero stremata dalla tensione, ma ok. sono cose che vanno assolutamente fatte.
possibilmente prima delle ferie, quando io ed emme ci concediamo 12 notti all'isola d'elba in un bellissimo orto botanico che dicono sia anche campeggio ma a me pare il paradiso in terra, più che altro.
abbiamo prenotato. pagato. anche il traghetto.
a farmi sentire ancora più stanca ieri sera c'è poi la conferma di quello che mi era stato già accennato, e cioè che l'ex marito e io per quanto non ci siamo mai incrociati, abitiamo a 200 metri di distanza. lo sapevo ma non ne ero sicura. e a me sembrava impossibile.
la cosa mi mette, lo confesso, un po' a disagio. non che sia un problema incontrarci e salutarci, anzi a breve lo faremo per forza. ma a volte penso quasi che sia un sacrilegio che la mia ex vita e quella attuale debbano mescolarsi.
sono abituata a pensare alla me precedente come ad un'altra persona, sia questo un deresponsabilizzarmi o l'ennesimo meccanismo di autodifesa.
prima ero più incantata ma più bambina. prima mai mi sarei comprata un cellulare o un vestito. prima non avrei mai fatto battute in treno con le colleghe. prima amavo in un modo che è sbagliato, secondo quello che si legge nei tanti blog sulla dipendenza affettiva. adesso se ci penso, amo emme in un modo che mi sembra meno assoluto, meno sacrificale. a volte mi pongo serie domande sul funzionamento del mio cuore. adesso e prima, una dicotomia.
se solo riuscissi a superare questa frattura e tornare ad essere una persona non dico intera ed equilibrata, ma almeno una che non si vergogna più di ciò che era stata.
ci sono dei flash del mio matrimonio che mi tornano a galla nei momenti meno opportuni. ma cose stupide.
il suo modo stizzito di chiamarmi "amore" come se fossi stata un animaletto da compagnia. l'assenza completa di parole e di sorrisi quando tornavo dal lavoro. le cose non andavano e io chiedevo, chiedevo continuamente che cosa ci fosse. lo chiedevo a lui direttamente, senza ottenere risposte se non "sono stanco, lavoro, suono"
esami su esami di coscienza ora stanno lasciando il posto allo sgomento di aver considerato quell'uomo molto più adatto a me di quanto non fosse, di essermi tragicamente sbagliata su di lui. mi chiedo come mai io fossi così pazza da finire incatenata per un dito ad un uomo che con me non c'entrava niente.
all'inizio non era così, all'inizio sembrava perfetto il nostro incastrarsi. era una bugia? è mai esistito quell'uomo? o forse ero io ad essere diversa?
e chi lo sa, ma che senso ha chiederselo, ora che tutto è cambiato. non finito, cambiato.
la mia vita è bella. davvero. spero che anche ad emme piaccia, il modo in cui stiamo insieme, le cose che dividiamo e che insieme facciamo.
e si, siamo il risultato di quello che c'è stato, è vero. quindi perché vergognarmi di essere stata assieme ad un uomo che ho lasciato che nella quotidianità mi mancasse di rispetto.
ma è inevitabile in occasioni come queste fare un bilancio, ritornare all'indietro con la memorie.
mi fermo qui.

mercoledì 13 maggio 2015

pattumiera

che brutto tornare qui solo quando si ha bisogno di scrivere qualcosa di brutto, per evitare di scrivere su fb o su posti dove magari qualcuno sa chi sono, suscitando negli amici l'impressione di essere una bambinetta viziata.
la giornata di ieri è iniziata male. arrivo in ufficio e poco dopo arriva il mio collega Purina. lo chiameremo così perché nella vita ha girovagato in cerca di lavoro e tra le varie cose che ha fatto è stata fare il rappresentante della Purina, faceva il piazzista per cibo per animali. per dimostrare la bontà dei prodotti mangiava davanti ai clienti le crocchette per gatti sperticandosi di elogi su quanto fossero buoni, sano, un elisir di lunga vita.
questa persona è un completo disastro.
non sa accendere un computer, si scaccola in continuazione naso e orecchie, alle riunioni si mette a fare giro girotondo sulle sedie girevoli pulendosi le scarpe sui pantaloni degli altri, gioca con le graffettine tirandotele dietro, spacca il fotocopiatore e si innervosisce e lo prende a calci, se scopre che hai un pacchetto di biscotti in cassetto te lo frega appena volti lo sguardo, telefona col cellulare aziendale a salve perché non sa bloccare lo schermo. ha 49 anni. è un disastro. un caso disperato. così ho pensato, ci sarà qualche disturbo mentale di cui lui è affetto? e googleando "persona maldestra e immatura" (non "collega coglione e molesto", sono stata gentile) sono incappata in questo
http://www.psiconline.it/forum/index.php?/topic/11837-ho-illuso-e-continuo-ad-illudere-una-donna/
ecco.
non ho trovato Purina ma in compenso ho trovato il mio ritratto.
e così ieri ho avuto per tutta la mattina un groppo in gola pensando a quanto trasandata goffa e poco capace di comportarmi sono. passano le ore e mi crogiolo nell'autocommiserazione guardo il calendario e mi accorgo che si, manca poco al ciclo, ma secondo i miei calcoli almeno tre o quattro giorni.
torno a casa la sera e affogo nel vino i miei brutti pensieri pensando "impossibile, sono già in premestruo che mi viene da piangere per ogni cagata?"
e questa mattina invece il ciclo è arrivato.
ah dimenticavo la premessa più importante.
dato che non sono incinta né il pupo arriva, ho deciso di farmi controllare da una ginecologa che non conoscevo. fisso l'appuntamento e trak, il giorno della festa della donna mi sale un mega ascesso ad una ghiandola di bartolini. febbre alta 10 giorni di antibiotico per bocca totalmente inutili, alla fine un ricovero d'urgenza, disdico l'appuntamento dalla ginecologa poiché ero invisitabile (Jolanda totalmente cucita e dolorante da urlare). sposto l'appuntamento, mi opero pure all'occhio sinistro, una serie insomma di scfighe invereconde, e alla fine vado dalla ginecologa. una stronza di prima categoria che comincia a dirmi varie cose con tono sgarbato, e mi fa un'ecografia interna menando lo strumento come se fosse un mestolo da polenta incurante dei punti e delle mie urla.
mi prescrive degli esami del sangue tra cui l'ormone antimulleriano per valutare la riserva ovarica. questo esame lo fanno in pochissimi, mi stavo attrezzando ma alla fine non ce l'ho fatta per la data del consulto. vado lì con il progesterone sottozero e senza antimulleriano. la ginecologa con un tatto da PACHIDERMA mi fa "35 anni e vuoi un figlio? svegliarsi prima, magari, no?"
poi mi ha accusata di avere la glicemia alta, manco fosse colpa mia.
poi mi ha detto che se non avevo voglia di sbattermi per fare l'antimulleriano molto probabilmente era perché a me di avere figli non me ne frega un cazzo.
insomma prendo me ne vado e sbatto la porta, ripeto il progesterone trovo chi fa l'antimulleriano e mi cerco un'altra ginecologa, che non ho ancora chiamato e che aspetto a chiamare poiché i risultati del prelievo li arò il 29 maggio.
e insomma quello di ieri era proprio il preciclo. e mi viene ogni 24 giorni.
si dice "polimenorrea" ed è un sintomo di menopausa che si avvicina.
bella storia.
ma a me le cose facili mai, no?
ecco. checculo. mi sono sfogata.
p.s. credo di fare un favore se lascio il riferimento della dottoressa. si chiama Spadaro ed esercita a Spinea, provincia di venezia. evitatela.

martedì 10 marzo 2015

sono orso

sono sempre su unitedcats perché lì c'è il blog dei miei gatti. la piattaforma è terribile, kitsh e pesantissima da caricare e indubbiamente scomoda ma lì parlo di gatti senza infastidire nessuno se non gente che i gatti li ama e quindi siamo un po' gente fatta della stessa pasta.
non scrivo quasi mai qui perché alla fine gira e volta direi solo le stesse cose.
di nuovo c'è che
- ho il contratto a tempo indeterminato. sono nello jobs act
- sono stata ripresa perché mi vesto male e quindi sono dovuta andare a cercarmi quei tre (sono esattamente tre) vestiti più "carini" per il quieto vivere di non sentirmi addosso gli occhi del responsabile del personale che dice che vestirsi male è una mancanza di rispetto (e questa frase io non la capisco, non ci arrivo e non mi appartiene)
- mi sono operata ad un occhio di cataratta, ora manca il prossimo occhio e poi avrò la vista da falco. ma stare con un occhio che vede 10/10 e l'altro con - 7,50 diottrie è scompensante, anche se dopo un mese mi sono persino abituata
- abbiamo montato una bellissima doccia in bagno, acquistata da Leroy Merlin, e anche dei pannelli che hanno trasformato la vasca da bagno in una doccia vera. il diametro del soffione è trenta centimetri, roba che neanche alle terme. spesa complessiva, 150 euro. bella storia

di vecchio, le solite cose
- odio le donne
- non sono incinta
- starei tutta la notte a guardare serie tv truculente per poi pentirmene amaramente alle sei e un quarto quando suona la sveglia
- l'alcolismo avanza
- il tabagismo pure

ecco.
sono un orso. sempre peggio. questa è la verità

mercoledì 28 gennaio 2015

ieri sera ho investito una nutria

ma non ne sono sicura al 100%. ero scesa dal treno e stavo tornando a casa, la stradina della stazione è buia e avevo appena disappannato il parabrezza. l'ho vista era una sagoma sull'asfalto. sdraiata, forse già morta. ma forse invece no. ho rallentato e incrociato le dita, spostati togliti cazzo togliti. non si è tolta. le sono passata sopra. ho frenato (non avrei fatto in tempo comunque a frenare, ho rallentato bruscamente ma frenato no, non potevo) mi sono fermata in mezzo alla strada con le quattro frecce. una nutria? o un gatto? o un cane?
era una nutria, ormai morta. in una posizione diversa da prima. chiamare soccorsi sarebbe stato inutile. sono tornata a casa agghiacciata, potrei essere stata io. poteva essere un gatto. ma non cambia niente. non si ammazzano le creature. gatti o nutrie. uguale.
sono tornata a casa e avevo la gola chiusa in un groppo ruvido e ho abbracciato emme e anche i miei gatti, li ho stretti forte a me. al posto della nutria potevano esserci loro quando ancora non li avevano catturati dalla strada.
questa mattina alle sette e mezza sono passata per lo stesso punto. il povero corpicino era ancora lì. abbandonato. un po' di sangue, non tanto. una coda tristissima, priva di vita.
non mi passa la tristezza di aver forse ucciso, se non ho ucciso e fosse stata viva l'avrei comunque fatto, quindi di fatto è come se avessi ucciso io.
non se ne va il pensiero alla povera nutria.
questa mattina ho letto questo
http://www.all4animals.it/2013/11/28/milano-storia-di-hope-nutria-investita-soccorsa-e-liberata-con-tutto-lamore-del-mondo/
l'avrei fatto? io?
mi guardo dentro e penso di no.
e invece avrei dovuto.
le nutrie fanno fuori gli argini della nostra campagna scavandoci le loro tane. le nutrie si sono diffuse con prepotenza dopo che la moda delle pellicce di nutria è scemata e le gabbie degli allevamenti si sono aperte. e adesso sono infestanti e dannose per l'ecosistema. ma la nutria che ne sa? lei è erbivora, per nulla aggressiva e al massimo è distratta e si fa investire e niente di più. ti si sfascia la macchina se la investi ed è particolarmente grande, ma a lei sicuramente è andata peggio, fareste cambio con lei? meglio 4.000 € di danni all'auto o rimetterci la vita?
io spero che dal cielo le arrivino le mie scuse. anzi spero di no, che adesso lei sia in cima al mondo delle nutrie, in un posto migliore di questo e senza auto che la investano. e che le mie scuse non le senta proprio e non senta più niente di questo mondo di merda.

venerdì 23 gennaio 2015

l'ortica il limone e l'artrosi

il mio ginocchio sta passando un buon periodo. dopo un intervento di ricostruzione LCA riuscito non troppo bene, un secondo di limatura della condropatia, ho iniziato a soffrire di artrosi. gonoartrosi femoro-rotulea. la mia cartilagine è consumata e le ossa sfregano una contro l'altra. a volte mi sono fermata da lavoro per una settimana intera e zoppicavo vistosamente.
ma siccome la speranza è l'ultima a morire e se dovessi diventare davvero mamma non è carino che io sia anche zoppa, ho iniziato a piantarla con gli OKITASK come piovesse. ho decisamente ridotto il consumo di caffé (da 8 al giorno a 1 al giorno, sono brava dai) e ho iniziato a fare due semplicissime cose:
due limoni spremuti ogni mattina
una tisana all'ortica da mezzo litro ogni mattina
queste cose servono a prevenire il dolore e stanno incredibilmente funzionando.
certo, oltre all'ortica ci vorrebbero anche altre piante, e la tisana dovrebbe essere di un litro e mezzo, ma il mio thermos tiene solo mezzo litro.
e me lo porto a lavoro.
da mesi sto meglio, il ginocchio è solo un po' arrugginito alla mattina presto, magari un po' peggio quando fa particolarmente freddo, quelle giornate col ghiaccio sul parabrezza per dire. ma facendo due passi a velocità spedita mi passa.
mi aiuta a controllare la fame, mi sento meglio, ho più energie e più voglia di fare, anche se il venerdì in ufficio la voglia di fare non è mai proprio travolgente, come oggi, difatti sto scrivendo qui. me lo permetto però, perché ieri nonostante la notte insonne ho portato avanti un lavoro che andava evaso in otto giorni e che io vo svolto dalla A alla Z in tre sole ore. ho la scrivania immacolata. ho evaso anche le pettole quelle che lasci sempre lì perché proprio non ti va. il counter del mio scanner segnava 1400 pagine.
io spero che funzioni e che vada tutto bene. che sia davvero l'inizio di una nuova storia da raccontare, come dicevo qualche post fa.
certo smettere di fumare e di bere sarebbe un ulteriore passo avanti ma alle sei e quaranta arrivo a casa da lavoro e la prima cosa cui penso è prosecco, la seconda è sigaretta, perché sono esausta e sono le mie coccole.
ci si consola anche con la cioccolata peccato che a me la cioccolata proprio non vada giù. non mi piace il sapore. e non mi da quello stordimento che solo l'alcol e la temporanea anossia da nicotina e catrame sanno darti.
lo so che sbaglio.
ma tanto sbaglio tante cose.

giovedì 22 gennaio 2015

sono stralunata?

faccio cose che forse non sono in tanti a fare. ad esempio ho spesso necessità di parlare da sola. chi vive con me, i genitori prima, poi il primo convivente, ora emme, se ne sono accorti.
quando parlo da sola so che sto parlando da sola ma immagino un interlocutore.
talvolta rivivo qualcosa che mi ha colpito molto nel corso del recente passato, è il classico di quando vado a fare la doccia. una scena di lavoro per esempio, un battibecco dove mi sembra di non aver risposto nella maniera più giusta, un complimento che non ho fatto e che mi viene in mente solo troppo tardi.
mi studio, mi giudico, e mi illudo, perché no, di avere un'altra possibilità.
un altro caso è quando faccio le prove per un qualcosa che verrà. un colloquio di lavoro, una trattativa, qualche incontro importante, anche non necessariamente prefissato. che farei, che direi, se incontrassi per caso la tale persona?
sono prove inutili ma che mi permettono di avere l'impressione di controllare meglio il futuro.
inutili perché comunque vadano le cose, non saranno mai come ce le eravamo immaginate.
ma la psicomachìa che combatto da sola mi è d'aiuto per gestire meglio le mie emozioni, per sopirle altrimenti potrebbero prendere il sopravvento.
a pensarci bene forse sarebbe meglio, però, che le emozioni si impadronissero di me. sarei più diretta, più spontanea. anni fa una psicoterapeuta mi ha detto che ho un atteggiamento ambiguo. io lo definisco spaventato e prudente. certo non mi trovavo granché bene con quella psicoterapeuta, aveva frasi molto taglienti nei miei confronti, magari lo faceva per darmi una svegliata ma la sua insensibilità era pachidermica. e io mi rinchiudevo ancora di più nel mio mondo.
non so farne a meno, di parlare da sola. lo faccio a voce alta. lo faccio per strada, a casa, dappertutto. come la pazza del villaggio, a volte sono stata anche scoperta da dei passanti.
altre volte lo faccio anche solo perché mi sento sola o perché mi è venuta in mente una storia divertente che vorrei raccontare a qualcuno che non c'è.
parlo del più e del meno.
dei chioggiotti, del tempo, dei miei gatti, di ricette in cucina.
altre volte ancora mi confondo e non so se la cosa te l'ho detta mentre c'eri o mentre non c'eri e la realtà sfuma nella recita e la recita sfuma nella realtà.
penso che dovrei preoccuparmi. ma non ne ho proprio voglia. di precoccuparmi.

lunedì 19 gennaio 2015

con un groppo in gola

Oggi va così, e no non possono essere gli ormoni secondo i miei calcoli dovrei essere a poco dopo metà ciclo quindi no, non è SPM.
oggi mi viene da piangere, per la troppa incontenibile emozione.
ieri sera ho scattato una foto a emme mentre impastava la pizza con l'impastatrice. da qualche ora lo vedevo particolarmente bello, sarà stata forse la nebbia che per tutta la giornata ci ha convinti a restare a casa a coccolarci e dormicchiare. ma il suo sorriso di ieri sera aveva qualcosa di talmente luminoso e gentile e avvolgente che volevo fotografarlo per poterlo vedere anche oggi, che è lunedì e sono tutto il giorno nel mio lontano ufficio (tugurio).
è venuta così bella, quella foto, che l'ho impostata come sfondo dello smartphone. ogni volta che controllo che ore sono schiaccio il bottone e vedo emme che sorride. nella nostra cucina. e mi viene da piangere. lo vedo felice con gli occhi neri e buoni e i suoi capelli neri neri e ricci, la sua felpa blu. quel modo un po' impacciato di tenere la testa e il collo, come se fosse appena sbarcato da un lungo viaggio in nave e avesse bisogno di sgranchirsi e fosse felice di essere finalmente arrivato.
avevo appena ritrovato il campanellino del gatto tesla, che ogni tanto si infila sotto al divano. tesla lo perde giocando, miagola un po', non riesce a prenderlo poi fa spallucce e gioca con qualcos'altro; quando glielo ritrovo però il gatto è entusiasta e per tutta la casa si sente scampanellare che neanche le renne di babbo natale scampanellano così tanto. Tesla ha persino imparato a riportarmelo quando glielo tiro.
con la foto il discorso c'entra perché avevo appena ritrovato il campanellino e si sentiva DINDINDIN DINDIDNDIN e io ed emme ridevamo di felicità. il campanellino ci mette sempre di buon umore, anche se magari di notte no, ma era sera e stavamo impastando la pizza. emme sorride e dal suo viso raggiante si può, concentrandosi, sentire quel campanellino.
la mia commozione è pazzesca. ricordo il profumo del forno che si scalda e l'odore della farina. sento il campanellino suonare. vedo gli occhi scintillanti di emme. la nostra cucina di legno dove poche ore prima ci eravamo amati, la tavola di legno per impastare che mi ha fabbricato mio padre e la luce del lampadario riflessa sul vetro, gli sgabelli sullo sfondo, l'atmosfera gialla arancio.
mi accade spesso di farmi mille domande su di che qualità sia questo amore: le convenzioni sociali, delle quali volente o nolente sono figlia anche io, mi imponevano, allora, di aspettare un ragionevole periodo di lutto dopo la separazione prima di innamorarmi di nuovo.
ma è passato un treno.
e se non ci salivo lo avrei perso per sempre.
l'ex marito l'ho amato ogni giorno con dolore, con soggezione, con angoscia. emme lo amo con tenerezza e un nodo in gola che non so spiegare. la sintonia tra di noi è enorme, ci capiamo all'istante, sentiamo le stesse cose e i nostri cuori sembra che battano lo stesso ritmo.
non si fa, non si devono fare paragoni, mai. me lo vieto. così come mi vieto di pensare alle convenzioni sociali con così tanta ossessione, ma le cose escono da portone e rientrano dal retro, camuffate e con altri documenti, ecco cosa succede quando mi impedisco qualcosa.
succede che mi sento in colpa e ingigantisco cose altrimenti piccole e anche belle tutto sommato.
guardo questa foto.
e cerco di godermi il batticuore.
senza dovermi chiudere in bagno a ricomporre la mia faccia.
non so l'amore che cosa sia, non lo saprò mai, non lo sapremo mai, semplicemente perché è troppo vicino e ci siamo immersi fino al collo, impossibile darci una definizione.

mercoledì 14 gennaio 2015

una storia nuova da raccontare

mi sono stufata, sinceramente. di continuare a ripetere con ossessione ossessiva la mia storia da sola sotto la doccia. oppure in auto al mattino. oppure in terrazzo da sola.
mi sento avvolta in una rete e più mi agito più la rete si stringe.
le cose ci sarebbero, le vicende del riscaldamento di casa mia ad esempio, tragicomiche. scopro di vivere in un bene culturale, tanto per cominciare, tralicci dell'alta tensione e casello autostradale in bella vista. incidenti davanti al fruttivendolo. però ragazzi, bene culturale, se entrate pagate pure il biglietto. bella storia.
una storia nuova.
oppure potrei anche parlare di tesla e pascal, i miei due gatti giganti, fratelli gemelli diversi, belli da schianto e simpatici come due sagome.

invece il filo spinato dei pensieri mi si arrotola attorno al collo così, a tradimento.
perché questo è il blog della tristezza. e dell'autocommiserazione.
però francamente mi sono rotta.
una volta avevo altri blog. il primo di tutti in assoluto è stato quello su spritz.it, dove mi chiamo leuconoe. mi ero appena fidanzata con l'uomo che poi avrei sposato ed ero una persona completamente diversa da ora, o almeno così sembra da quello che si legge. ero allegra e spensierata anche se abusavo di farmaci per dormire.
avevo vale ed euge, i miei due migliori amici, di loro parlo spesso in quel blog.
euge ora vive a londra e vale non mi vuole più vedere. e non vuole più vedere nemmeno euge.
dal 2009 non ho più sue notizie di prima mano.
andavo ai concerti di roy paci.
seguivo altri blog, tutti ormai inattivi, desolatamente inattivi. tra i vari spicca quello verde, del mio ex marito. ho riletto anche il suo. piccoli ricordi che non mi venivano più in mente da tanto tempo, raccontati con una prosa affine a quella di enrico brizzi nel libro "elogio di oscar firmian e del suo impeccabile stile", il suo peggiore libro.
perché riempirsi la bocca (o i polpastrelli) di paroloni e lambiccarsi su quali fossero i sinonimi più sofisticati dei termini da utilizzare, a scapito ovviamente delle subordinate, prediligendo una paratassi che manco la santacroce, piatta come le tette degli angeli, all'epoca pareva facesse estremamente figo. frasi brevi, altrimenti, elenco di incisi su incisi, a tagliuzzare i coglioni al povero lettore innocente un pezzettino per volta. ma siamo comunque figli degli anni novanta, degli smash mouth dei prodigy degli offspring dei NOFX, ma un cincinin "sopralamedia", quelli "studiati" mica come certi boarotti di campagna, oh no.
che ci piacciono e sono nostri amici, però...

morale della storia, io scrivevo meglio. la mia prosa era bella, snella, efficace. saporita al punto giusto. certo, qualche caduta di stile, qualche riflessione non esattamente ortodossa, come al solito. ma ero allenata e scrivevo, scrivevo tanto, sempre, non c'era ancora facebook, si parla del 2004, 2005, era il periodo in cui mi sono laureata. ero acculturata anche io, allora. non ancora avvizzita dal lavoro e dalla vita.
ma comunque, la ruggine alla lunga si mangia tutto ma proviamo ugualmente a scrostarla, perché certe mie personali associazioni di idee che fanno ridere le colleghe in treno sinceramente le considero preziose e ci tengo. quindi basta, bandiamo il modo indicativo, facciamo un po' di ginnastica e qualche settimana enigmistica ogni tanto. riduciamo l'utilizzo di facebook. proviamoci perché sarebbe tanto bello avere una nuova storia da raccontare e saperlo fare come dieci anni fa. mi dicono sia una questione di allenamento ma io agli allenamenti non ho mai creduto granché però cavolo, e non credi agli allenamenti, non credi in dio, non credi nell'omeopatia e neanche nell'agopuntura, non credi che le sigarette facciano davvero male non credi ai fantasmi al paranormale a Krishna insomma cara la mia Leuconoe in che cosa credi allora? almeno nell'allenamento.

dopo quel blog ce ne sono stati molti altri. alcuni se ne sono andati via con le fiamme purificatrici della vendita di Splinder, altri li ho cestinati io stessa innervosita dal troppo rileggermi e imbarazzata, soprattutto. uno dei più cari è il blog di pablino su unitedcats, quello c'è ancora. era un blog molto gentile e commovente.
uno insignificate è quello su iobloggo, una piattaforma insulsa. ho scelto per quell'occasione un template che pare una bomboniera di un battesimo zingaro.
perché siamo fatti in modo articolato e di facce ne abbiamo tante. ma insomma, bè, si ochei cioè insomma però.