mercoledì 14 gennaio 2015

una storia nuova da raccontare

mi sono stufata, sinceramente. di continuare a ripetere con ossessione ossessiva la mia storia da sola sotto la doccia. oppure in auto al mattino. oppure in terrazzo da sola.
mi sento avvolta in una rete e più mi agito più la rete si stringe.
le cose ci sarebbero, le vicende del riscaldamento di casa mia ad esempio, tragicomiche. scopro di vivere in un bene culturale, tanto per cominciare, tralicci dell'alta tensione e casello autostradale in bella vista. incidenti davanti al fruttivendolo. però ragazzi, bene culturale, se entrate pagate pure il biglietto. bella storia.
una storia nuova.
oppure potrei anche parlare di tesla e pascal, i miei due gatti giganti, fratelli gemelli diversi, belli da schianto e simpatici come due sagome.

invece il filo spinato dei pensieri mi si arrotola attorno al collo così, a tradimento.
perché questo è il blog della tristezza. e dell'autocommiserazione.
però francamente mi sono rotta.
una volta avevo altri blog. il primo di tutti in assoluto è stato quello su spritz.it, dove mi chiamo leuconoe. mi ero appena fidanzata con l'uomo che poi avrei sposato ed ero una persona completamente diversa da ora, o almeno così sembra da quello che si legge. ero allegra e spensierata anche se abusavo di farmaci per dormire.
avevo vale ed euge, i miei due migliori amici, di loro parlo spesso in quel blog.
euge ora vive a londra e vale non mi vuole più vedere. e non vuole più vedere nemmeno euge.
dal 2009 non ho più sue notizie di prima mano.
andavo ai concerti di roy paci.
seguivo altri blog, tutti ormai inattivi, desolatamente inattivi. tra i vari spicca quello verde, del mio ex marito. ho riletto anche il suo. piccoli ricordi che non mi venivano più in mente da tanto tempo, raccontati con una prosa affine a quella di enrico brizzi nel libro "elogio di oscar firmian e del suo impeccabile stile", il suo peggiore libro.
perché riempirsi la bocca (o i polpastrelli) di paroloni e lambiccarsi su quali fossero i sinonimi più sofisticati dei termini da utilizzare, a scapito ovviamente delle subordinate, prediligendo una paratassi che manco la santacroce, piatta come le tette degli angeli, all'epoca pareva facesse estremamente figo. frasi brevi, altrimenti, elenco di incisi su incisi, a tagliuzzare i coglioni al povero lettore innocente un pezzettino per volta. ma siamo comunque figli degli anni novanta, degli smash mouth dei prodigy degli offspring dei NOFX, ma un cincinin "sopralamedia", quelli "studiati" mica come certi boarotti di campagna, oh no.
che ci piacciono e sono nostri amici, però...

morale della storia, io scrivevo meglio. la mia prosa era bella, snella, efficace. saporita al punto giusto. certo, qualche caduta di stile, qualche riflessione non esattamente ortodossa, come al solito. ma ero allenata e scrivevo, scrivevo tanto, sempre, non c'era ancora facebook, si parla del 2004, 2005, era il periodo in cui mi sono laureata. ero acculturata anche io, allora. non ancora avvizzita dal lavoro e dalla vita.
ma comunque, la ruggine alla lunga si mangia tutto ma proviamo ugualmente a scrostarla, perché certe mie personali associazioni di idee che fanno ridere le colleghe in treno sinceramente le considero preziose e ci tengo. quindi basta, bandiamo il modo indicativo, facciamo un po' di ginnastica e qualche settimana enigmistica ogni tanto. riduciamo l'utilizzo di facebook. proviamoci perché sarebbe tanto bello avere una nuova storia da raccontare e saperlo fare come dieci anni fa. mi dicono sia una questione di allenamento ma io agli allenamenti non ho mai creduto granché però cavolo, e non credi agli allenamenti, non credi in dio, non credi nell'omeopatia e neanche nell'agopuntura, non credi che le sigarette facciano davvero male non credi ai fantasmi al paranormale a Krishna insomma cara la mia Leuconoe in che cosa credi allora? almeno nell'allenamento.

dopo quel blog ce ne sono stati molti altri. alcuni se ne sono andati via con le fiamme purificatrici della vendita di Splinder, altri li ho cestinati io stessa innervosita dal troppo rileggermi e imbarazzata, soprattutto. uno dei più cari è il blog di pablino su unitedcats, quello c'è ancora. era un blog molto gentile e commovente.
uno insignificate è quello su iobloggo, una piattaforma insulsa. ho scelto per quell'occasione un template che pare una bomboniera di un battesimo zingaro.
perché siamo fatti in modo articolato e di facce ne abbiamo tante. ma insomma, bè, si ochei cioè insomma però.

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