giovedì 20 febbraio 2014

11 anni

per 11 anni, dal 2003, ho preso la pillola. l'ho presa per dei dolori mestruali atomici. l'ho interrotta in due sole occasioni, la prima nel 2005 per operarmi ad un ginocchio (il trattamento con eparina ha causato una mestruazione durata 20, dico VENTI giorni. il mar rosso.), la seconda quando il mio ex marito mi ha lasciato, ma in quel momento sinceramente il mio corpo era per i fatti suoi quindi non ho prestato la minima attenzione a cosa comportasse l'interruzione del contraccettivo.
mi sono accorta che
1) i miei capelli restano più puliti e si ingrassano molto meno. e sono più lucidi, sono belli, in realtà. lo hanno notato anche altre persone.
2) anche la mia pelle è diversa e emme mi ha detto ieri sera che ha cambiato odore e anche al tatto risulta più liscia e morbida
3) l'ovulazione
quella è allucinante. a caccia su internet di come siano i sintomi dell'ovulazione, sono forti, in realtà. il primo è un mal di testa clamoroso. il secondo un doloretto nel basso ventre dal lato destro (che ne so, potrebbe essere l'ovaia interessata). il terzo, una sonnolenza micidiale di sera. alle nove e mezza non riesco a tenere gli occhi aperti, crollo di sonno che neanche coi raudi, come ieri sera. 10 ore filate di sonno, emme mi ha detto che mi ha trovata nel letto vestita e mi ha tolto il maglione, sono proprio andata giù col botto. il quarto, l'appetito che diminuisce e fastidio a mangiare la maionese, cibo per il quale normalmente sarei capace di uccidere pur di procurarmelo.

non è difficile notare che questi sintomi siano anche assimilabili a quelli di inizio gravidanza, e per forza! sono qui che spero. dopo una sola settimana e mezza, ma so col cervello che è impossibile fisicamente che si sia verificata un'ovulazione anticipata e che io solo da martedì scorso provo a concepire con emme e ci siano già gli ormoni della gravidanza in circolo. eppure ci provo, penso, scandaglio, leggo l'impossibile su internet sbircio dal lavoro siti come pianetamamma o cercounfiglio o blablabla.
insomma, mi sto suggestionando.
qualsiasi persona dotata di buon senso mi direbbe "calmati se fai così il figlio non arriverà mai"
ma questa persona qualsiasi dovrebbe mettere in conto che sta parlando con una squilibrata e a sentire questa frase e al solo ripetermela l'ansia aumenta ancora di più.
calmarsi
se fosse facile
torniamo sempre lì. come non essere ossessivi? come calmarsi?

ah poi volevo scrivere anche un'altra cosa. il mio ginocchio è mezzo scassato e mezzo posticcio, mi hanno operata due volte e ogni tanto (anche ogni poco) si gonfia e si blocca. così ho pensato di fare una risonanza magnetica di controllo. telefono munita di impegnativa e prenoto in un centro diagnostico vicino a casa mia che mi dice "in convenzione sono 45 euro ma ho posto a fine marzo, altrimenti tra 10 giorni, però privatamente e sono 102 euro"
mi accordo per fare l'esame privatamente e pagare i 102 euro. mi presento l'altroieri, vado in cassa e me ne chiedono solo 45, o meglio, la ragazza della reception-accettazione me ne chiede 45. io che di lavoro sono receptionist so bene che la segretaria è la prima con cui il capo si incazza. le chiedo di verificare meglio, non voglio che una mia collega vada nei guai per causa mia. sei sicura? le dico. mi avevate detto 102. controlla meglio, non voglio che ci rimetti tu. lei era sicura. così pago con lo sconto e mi presento in sala d'attesa. vedo un boccione per l'acqua e avendo appena fumato una sigaretta avevo la bocca arsa, e decido di versarmi un bicchiere d'acqua. leggo le istruzioni, verso l'acqua e come da copione sbaglio coi bottoni e faccio un piccolo lago sul pavimento. mi sento male, oddio la risonanza la fa gente in stampelle, oddio esce uno in stampelle e scivolerà. così mi armo di tutti i fazzoletti che trovo, puliti e sporchi, e mi metto ad asciugare il pavimento cercando di non farmi notare. in quel momento si apre la porta.
esce un tizio biondo cogli occhi azzurri e vestito di bianco e pronuncia il mio nome.
bella figura di merda.

ecco volevo raccontare questo
ciao

mercoledì 12 febbraio 2014

a caccia di cicogne

la caccia è cominciata ieri.
poi passo in farmacia a prendere l'acido folico
mamma mia gente. mamma mia. neanche so se ne posso avere. non ci ho mai provato. aiuto aiuto aiuto aiuto

martedì 11 febbraio 2014

il sei di novembre

ho dovuto salutare il mio gattino. si chiamava pablino ed era malato, molto malato. aveva l'epilessia, e i postumi di quell'encefalite sono stati devastanti sul suo comportamento. era un gattino ritardato, mangiava le cose, le maglie, i pezzi di gomma, gli si occludeva l'intestino. lo abbiamo fatto operare qualche volta. era così bello, così buono e dolce e lo amavo con tutto il cuore. era sempre entusiasta della vita nonostante i veterinari, le sale operatorie, i ricoveri. pablino alla fine non ne poteva più e l'ho accompagnato fino alla fine. aveva solo due anni e mezzo ed era il mio grande eroe. pablino. il mio piccolo speciale gattino, molto più che un gattino.
mi ha insegnato moltissimo
la cosa che vorrei ricordare, l'insegnamento più grande, si può riassumere in una sola frase:

INDIETRO LE LACRIME E FUORI I COGLIONI

ora ho due piccini di nove mesi e si chiamano Tesla e Pascal, sono allegri sani e divertenti e amo tanto tanto anche loro, con pablino l'amore era tragico, terribile e da groppo in gola, con loro splende sempre il sole anche in giornate come queste, anche in serate come quella di ieri, riunione condominiale a casa mia.
che alla fine è stata bella.
prendendo in mano le redini del condominio io e emme abbiamo preso l'iniziativa, comprato succhi di frutta, vino e amaro, e invitato dopo cena i nostri (pochi e sparuti) vicini di casa per proporre di chiedere i permessi per fare le canne fumarie e predisporre i lavori per il riscaldamento autonomo. la nostra casa è costata poco e difatti qualche problema ce l'ha, primo su tutti quella caldaia a gasolio completamente illegale che viene revisionata senza fattura e prima o poi prenderà fuoco secondo me.
a dicembre una mattina l'ho accesa io e mi pareva di accendere un TIR Scania anni Sessanta. TERRRENNENNENNENNNENNNN. l'ho avviata al quinto tentativo dopo essermi beccata non so quante sgasate da tubo di scappamento in faccia.
io e emme con il nostro sorriso radioso abbiamo forse ottenuto il consenso dei condomini, puntando sul risparmio, su quanto meno si spenderebbe di energia elettrica eliminando i nostri boiler elettrici precolombiani in favore di una caldaia non dico ipertecnologica ma almeno dignitosa, che ti scalda la casa all'ora che vuoi, e soprattutto l'acqua per la doccia. io e emme a volte se abbiamo freddo ci facciamo il bagno scaldando l'acqua nei pentoloni. è una cosa romantica, non dico di no, ma è per far capire che sembra di essere nella baita di Heidi.
ho 34 anni, mi chiamo betta e forse sto diventando grande.
parliamo con geometri, termoidraulici, ci sbattiamo per forme di riscaldamento a basso impatto ambientale, pensiamo al pellet ai termoconvettori svedesi  a centomila alternative e siamo diventati abbastanza esperti.
vorrei che i grandi fossero fieri di noi.
per quanto riguarda questo blog, vorrei che i grandi fossero fieri di me.
ma devo esserlo io e questa per me è una cosa nuova.
quindi,s enza frignare davanti all'acqua troppo fredda per lavarsi

INDIETRO LE LACRIME E FUORI I COGLIONI.

lunedì 10 febbraio 2014

non sono poi così cattiva

scrivo tante cose cattive qui, ma nella realtà non sono così. questo è solo un lato di me. è brutto che ci sia e vorrei sconfiggerlo. credevo di odiare tutti e invece in realtà amo più di quanto sapessi.
quello che vorrei scrivere qui o persino paura di scriverlo, perché per una volta è una cosa bella. e dolce. e chi lo sa se siamo pronti. chi lo sa se ce la faremo. chi lo sa amore mio se io e te ce la faremo. a me sembra di conoscerla già. e di vederla in braccio a te, con la pelle chiara le guance rosa i capelli biondi come i miei ma ricci come i tuoi. vorrei che si chiamasse Lucia, che vuol dire "chiara, luminosa, splendente".
io e te ci guardiamo. e ci capiamo. e ridiamo. non ci manca niente infatti. siamo felici io sono tanto felice con te.
non so se porterò alla fine questo post io ho le lacrime agli occhi
ero sposata credevo di amare e effettivamente ho anche amato. ma era diverso, molto diverso, non c'era questa cosa che c'è tra me e te e che ogni giorno cresce, che io non so neanche bene come chiamare, forse intimità. tutto con te è semplice e normale, niente è strano niente è sbagliato. quando facciamo l'amore io subito dopo scoppio a piangere e non è tristezza è solo emozione, un'emozione incontenibile, l'emozione di essere a casa, tutta intera, col mio corpo coi miei difetti dei quali una parte di me si vergogna e si era abituata a nascondersi. non si fanno paragoni perché, semplicemente, così in alto con l'ex marito io non sono arrivata, come con te. eppure non riesco a non scoppiare di gioia mentre mangiamo gli avanzi della festa, riscaldiamo le cose. a noi basta poco per essere felici. tu coi tuoi occhi color velluto mi accarezzi.
saranno gli stessi occhi che avrebbe lei, che avrà lei, che HA lei. perché io penso che lei esista già e la amiamo già.
farò la RM al mio ginocchio rotto perché se sono incinta non la posso fare. vorrei sistemare e risolvere la mia gonalgia post intervento. fare nuoto o palestra, mettermi in forma, per il suo arrivo. che sarà anche il tuo perché ti somiglierà e lei sarà la tua principessa, il tuo più grande amore.
ho le lacrime agli occhi e un groppo in gola che non so mandare giù
amore mio
sono emozionata.

martedì 4 febbraio 2014

non si dovrebbe

io faccio un lavoro che non c'entra niente con me, come del resto la maggior parte della gente. ultimamente ne soffro. e se però penso a cosa, quindi, sarebbe adatto a me, non mi viene in mente niente. se più banalmente pensassi a cosa avrei voglia di fare, direi semplicemente dormire piena imbottita di valium. per anni.
non ho voglia di stare sveglia, di pensare, ragionare, non ho voglia di niente, solo di dormire e simulare di non essere al mondo. simulare. magari cambierò idea, che ne so. ma sono stanca, così stanca, ma così stanca.
il mio responsabile del personale ed io purtroppo non andiamo d'accordo, proprio non ci piacciamo. a parte che mi chiede di fare cose che con la mia mansione non c'entrano, anche cose abbastanza imbarazzanti. a parte che mi vieta di stare in ferie per più di una settimana di seguito nonostante siano più di due anni che sto qui. a parte che mi riprende per cose futili e mi dice pure che sorrido troppo poco. e che dovrei fare gruppo. e stare in mezzo alle colleghe, mangiare in compagnia, divertirmi in compagnia. gli ho spiegato con parole gentili che chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni ma credo non abbia capito. così come non si dà pace del mio atteggiamento da lupo solitario e prova a coinvolgermi con delle battute da far accapponare la pelle. ma a parte queste cose stupide, insomma, l'unica cosa vera e che resta è che non ci siamo simpatici, io con l'antipatia ho spesso a che fare, e mi regolo ignorandola. tu mi sei antipatico e io ti tengo CORTESEMENTE lontano. ti sorrido, ti dico buongiorno. ti tratto coi guanti. non ti offro appigli. ma proprio di nessun genere, né nel bene né nel male, e con me hai l'impressione di avere a che fare con un manichino, che non è una bella sensazione ma non puoi farci niente. ma siccome io con te ho invece l'impressione di avere a che fare con uno cui le segretarie quando era piccolo devono aver fatto del male, insomma, qui c'è qualcosa che non va.
fai anche tu il manichino con me, no? due manichini che non si pestano i piedi, si salutano meccanicamente. e magari alla lunga finiranno anche per starsi simpatici che ne so io, ma intanto no, proprio no. io gelida lui arrogante e poco rispettoso.
e questo mi fa arroventare i coglioni perché l'idea di stare qui dentro otto ore al dì con questo che come un avvoltoio mi si ... oddio. magari sono paranoie mie e basta. magari mi sento osservata ed è vero magari sono io ad osservarmi.
lavoro nel settore assicurativo.
ho un bell'orario e l'ufficio è vicino a casa. sono interinale, ho un contratto precario e sono quasi all'ultimo dei rinnovi concessi. lavoro spero abbastanza insomma oggi ho le vesciche alle mani vorrà pur dire qualcosa. dietro la facciata da grandi compagnone le mie colleghe nascondono grandi problemi. di alcune so qualcosa, di altre meno. quel qualcosa è così brutto che preferirei a volte non saperlo. ci sono donne che soffrono orribilmente e poi in ufficio vestono in tailleur e tacchi ed esibiscono un piglio da diavolo che veste prada. "fattela una scopata" si dice di loro. se solo sapeste. ecco io non so se quella sia forza, è vero che se salvi le apparenze prima o poi loro salvano te ma loro non hanno il coraggio di dire sto male sto di merda
o forse non hanno la debolezza di dirlo
quello che si vede è che sono integrate, parte di un meccanismo, perfettamente nel loro ambiente. io invece no, a pausa pranzo giro con amici che non hanno nulla a che spartire con il personale di un'agenzia assicurativa. io che amo gli animali, che amo stare da sola, che non curo granché la bellezza, l'igiene personale. l'abbigliamento. quando ho una saponetta e un deodorante sto a posto, una sola borsa alla volta, un solo paio di scarpe da buttare e rimpiazzare con un altro quando proprio hanno i buchi.
e la mia sigaretta in bocca a dimostrare che siamo tutti fragili, e vittime del vizio.
non posso definirmi infelice anche se piove da giorni e non si vede neanche un po' la fine del maltempo.
mi sento solo fuori luogo, in un posto che non c'entra con me, né so immaginare dove dovrei stare.
come un pantalone viola con delle scarpe marroni.