mercoledì 2 settembre 2015

SI SI sto bene

non sempre ho voglia di scrivere, e di leggere. dopo 8 ore in ufficio sviluppo un'allergia cronica ai computer per cui a casa sto a coccolare i gatti e sfaccendare piatti e mestieri domestici.
vorrei dare un taglio agli alcolici, per un semplicissimo motivo, che è lo stato depressivo chimico che si è aggravato dopo il rientro dalle ferie. ferie stupende, all'isola d'elba, dove faccio sport e mi diverto tanto. e poi il rientro choc.
e il down.
emme che ad aprile è stato pure operato alla gola, oggi è andato al centro antifumo dell'ospedale per la prima volta.
io devo aiutarlo e non posso fumargli vicino. è mio dovere. non per me stessa, non ho voglia di fare niente, per me stessa.
e questa sera con due amiche mi iscrivo in piscina.
tengo alta la bandiera e contraggo un bel sorriso come in palestra ti dicono di contrarre i glutei, ma la verità è che le cose non vanno bene. nel senso, vanno bene per carità, anzi, però io dentro mi sento morta.
domenica gli amici stanno organizzando una gita in montagna quando il mio solo desiderio sarebbe di stare a casa da sola a scolarmi bottiglie di bianco da sola e parlare da sola e piangere da sola.
il mio lavoro consiste nello svuotare il mare con un cucchiaino, una cosa totalmente inutile e anzi immorale, perché i nostri servizi non costano poco.
la mattina mi alzo presto per prendere il treno e do un'occhiata allo specchio e vedo la faccia di una che fa un lavoro deprimente.
sono ingrassata poi dimagrita poi ancora ingrassata. mi vedo brutta e mi lavo in continuazione, mi sembra sempre di avere un cattivo odore.
ho rotto dei pantaloni che usavo spesso, erano ormai vecchi. non ne ho più comprato cose nuove. quindi ora i miei pantaloni in totale sono un paio di jeans bootcut neri, tre paia di pantajazz decathlon neri da nove euro con l'orlo calpestato, un paio di pantaloni leggeri color crema.
stop.
non ho gonne.
né scarpe.
qualche maglietta leggera, che messe una sull'altra diventano un'unica maglia pesante, volendo.
se mi invitassero ad un ricevimento non ci andrei.
dovrei comprarmi qualcosa ma non mi va, non mi va di fare niente. proprio niente. per me stessa.
e penso che la colpa sia della quantità smodata di alcolici che ultimamente ho bevuto quindi stop. sport, basta vino, basta sigarette, stare così non si può, fa male davvero tanto male.
si la morale, ebbrava qui enonlamentarti e i bambini in africa che muoiono di fame.
e soprattutto "smetti che ti fa male", "non pensarci", "pensa alla salute", "dai fastidio",  "sei una persona fortunata invece" ecco, frasi che non occorre dirmi anzi sortirebbero l'effetto opposto. perché tanto me le ripeto da sola.
non so di cosa posso aver bisogno ancora.
odio il fatto di essere una donna, lo odio sempre di più.
inefficace e imbranata e instabile e pure cessa.
non è colpa di niente e di nessuno e la gente splendida intorno a me è tanta, io però non sono in grado, in questo momento, di sorridere di cuore.
odio anche la natura, che se fosse stato per lei sarei morta a poche ore di vita di anossia cerebrale, che mi avrebbe voluta cieca, che stava per ammazzare mia mamma con un'emorragia cerebrale, che ha fatto pablino epilettico. che ha fatto venire il tornado a pochissimi chilometri da casa mia l'otto luglio.
ho divorziato l'11 agosto.
ho sorriso l'11 agosto.
sempre così come si contraggono i glutei. forza, mi sono detta, che vai avanti. vai avanti e anche se dentro di senti un quintale di cemento, se continui ad andare avanti poi ti volterai indietro e ti accorgerai che un po' di strada l'hai fatta.
io mi volto indietro e in effetti si un po' di strada l'ho fatta, ma la soddisfazione per ora non la sento.
dovrei comprare lo zoloft su internet.

RICORDA BENE LETTORE OCCASIONALE questa è la pattumiera. magari perché ho fatto tanti anni di teatro, ma neanche immagini come sono dal vivo, pensa che faccio ridere so essere anche spiritosa e allegra.
so mentire benissimo.
so essere dolce e gentile.
e se qui sono tetra, è perché è l'unico posto al mondo dove posso permettermi di esserlo.