mercoledì 16 marzo 2016

ma parliamo di cucina, via

la scorsa primavera sono stata ad una bellissima festa alle serre dei giardini Margherita a Bologna. un posto preso in gestione dal fratello di emme assieme a degli altri associati, un posto con una bella struttura: ci fanno laboratori per bambini, laboratori di agricoltura sostenibile, cineforum, cobaby, d'estate concerti, c'è un bar ristorante, insomma una figata.
faceva caldissimo, erano mi sembra i primi di giugno.
talmente caldo che il concerto previsto della banda "i musicanti di san crispino" (una banda vera e propria, tromboni trombe bassotuba, almeno 10 persone, solo che suonano hey boy hey girl dei chemical brothers e cose del genere) è stata l'occasione della sudata più clamorosa della mia vita.
era una domenica e tra le varie persone presenti, per pranzo c'era un amica del fratello di emme.
consideriamo che l'ambiente era un ambiente di vegetariani, e lei ha portato una torta salata vegetariana. che mi ha lasciata sbalordita, lettteralmente, così ieri ho provato a rifarla con ingredienti un po' troppo low profile e difatti non è che sia venuta buona come quella.

ma io la scrivo, perché essendo al risparmio mi sto portando il cibo in ufficio da casa e le torte salate sono una vera dritta!

Titolo: TORTA SALATA TERRONA

ingredienti:
pasta sfoglia comprata al supermercato
ricotta (servirebbe la ricotta di pecora io invece avevo la ricotta dell'IN'S)
pomodorini
un limone (possibilmente biologico. possibilmente. io infatti avevo il limone dell'IN'S)
due uova (biologiche. quelle si, le avevo, meno male)

scaldi il forno no grill ma ventilato, il mio forno è veloce quindi faccio 160°, ma magari un altro forno ha bisogno di 180.

lavi almeno una dozzina di pomodorini.

in una terrinetta profonda sbatti la ricotta (250 g) con le due uova intere. metti sale e pepe e ci grattugi la parte gialla della buccia di limone.

prendi una teglia da forno e ci srotoli la pasta sfoglia, fai una conchetta, ci butti l'impasto di uova e ricotta e buccia di limone.

una volta arricciolato il bordo della pasta sfoglia, decori coi pomodorini tagliati a metà. inforni mezz'ora.

lasci raffreddare
l'indomani te la porti in ufficio.

è molto delicata (difatti non sembra neanche fatta da me che carico di spezie piccante aglio cipolla come se non ci fosse un domani)

ma secondo me è favolosa.

se uno ce l'ha, può metterci secondo me anche un po' di parmigiano grattugiato nell'impasto. a piacere insomma.
questo è il mio pranzo di oggi, messo a scaldare sul termosifione.

e speriamo che la pausa pranzo sia meglio di quella di ieri

martedì 15 marzo 2016

pausa pranzo

la pausa pranzo con le colleghe è spesso uno strazio. tipo oggi.
le mie colleghe, quelle con cui pranzo, hanno
1 un figlio di sei anni e due gemelle di due e mezzo
1 una bambina di 3 anni
1 un bambino di 8 anni
ovviamente i 5 in questione sono l'unico argomento di conversazione, molto difficile schiodarsi da lì. una volta una bambina è stitica, un'altra volta i 3 fratelli si ammalano contemporaneamente e si parla di medicine omeopatiche con una cognizione di causa pari a zero (a tale proposito consiglio la lettura del blog medbunker.blogspot.it), si parla di quanto è schizzinoso tizio o di quanto intelligente è caio, di cacca pipì vomito diarrea caccole e catarro, insomma, un vero spasso.
oggi però abbiamo dato il meglio.
l'amica di una collega da qualche mese ha scoperto di avere un diabete terribile, purtroppo. appena sposata e in cerca di un bimbo, la scoperta di questo diabete è coincisa con la scoperta di essere incinta.
purtroppo il bimbo lo ha perso, tra l'altro.
ora questa ragazza è in cura in dei centri iperspecializzati, sta considerando l'idea di adottare un bambino dato che le sue condizioni di salute non le permetterebbero di avere una gravidanza, e ieri è andata in ospedale a farsi installare la macchinetta dispenser di insulina che le somministra automaticamente la dose corretta senza dover misurare costantemente la glicemia nel sangue.
insomma, una tragedia.
proprio per il fatto che ieri questa ragazza era in ospedale, coi tempi ospedalieri ha pranzato tardissimo, cosa molto pericolosa per un diabetico che deve attenersi agli orari altrimenti rischia sbalzi di glicemia che possono essere potenzialmente fatali.
quindi ha cenato controvoglia.
quindi è andata a letto senza aver mangiato a sufficienza.
suo marito mentre lei dormiva non si è fidato, le ha misurato la glicemia e le ha sparato una dose di insulina in emergenza. le ha salvato la vita, lei non si sarebbe svegliata se suo marito non avesse fatto così.
appena ho sentito questa storia, io ho fatto un sorriso e ho esclamato "che bravo quest'uomo, ha salvato sua moglie! c'è mancato un pelo, meno male che c'era lui"
un'altra però ha detto "eh bisogna che sia davvero innamorato uno così. metti che la coppia va in crisi. metti che lui la aiuta solo perché gli fa pena. metti che uno potrebbe anche fregarsene, in fondo è lei responsabile di sé stessa, doveva pensarci lei no lui, che è un uomo, che non capisce. che se vuole la molla perché tanto è malata anzi no non la può mollare perché una così fa pena"
insomma il senso del discorso era questo.
io sono sbiancata e sono tornata a mangiare la mia fettina di torta salata senza spiccicare più parola. non posso, chiaramente, fare polemica in ufficio, poiché siamo costrette a lavorare insieme e non siamo amiche, ma dobbiamo remare. tanto più che l'azienda è in crisi nerissima e dobbiamo lavorare meglio che possiamo, in un momento come questo.
io lo avrei fatto, per emme. di salvargli la vita. e non solo, dopo averlo fatto sarei stata  STRAFELICE di aver contribuito a tenere al mondo un tesoro inestimabile come lui. immagino che lo stesso lui farebbe per me. perché cavolo due devono essere in crisi? perché lei non può avere figli, almeno al momento? e allora lui la deve mollare anzi NO, non la molla perché gli fa pena?
ma che discorso è?
l'amore dov'è? la felicità di dividere insieme la vita, il letto, la casa, dov'è? non trovate invece bellissimo che nonostante la terribile malattia, un uomo voglia a tal punto salvare la moglie (che in un momento di crisi non ha cenato a sufficienza e così ha rischiato la pellaccia) da svegliarsi di notte, farle l'insulina e volersi caricare almeno un pochino del suo fardello?
quella che poteva essere una delle pochissime cose romantiche dette in pausa pranzo, si è trasformata in una mostruosità.
se provassi a ribattere mi sentirei dire "non capisci, tu figli non ne hai non puoi sapere"
e io figli non ne ho perché?
perché ero sposata con uno che mi ha mollato, perché gli anni sono passati, perché ora io ed emme ci stiamo provando e curando senza sperarci troppo (l'unica soluzione a parte il miracolo è la IUI, devo mettermi in lista in ospedale (2 anni di attesa), i centri privati di chiedono 300 € per aprire la cartella clinica più altri 700 € a tentativo e le percentuali di successo per ogni tentativo sono il 10%, ed essendo che stiamo facendo lavori di ristrutturazione in casa e che prendo 1100 € al mese i soldi attualmente non li ho.
queste cose in ufficio non si sanno, d'accordo.
ma a me pare che la gentilezza, l'incanto di una coppia comunque innamorata, la sensibilità di stare con persone diverse da te senza per questo sentirsi un gradino più su, ecco, siano cose molto, molto lontane da CERTE (ho detto certe) mamme che a causa della maternità sono diventate persone ABBRUTITE E BRUTALI.

e con questo chiudo e vado a brontolare tra me e me.

lunedì 14 marzo 2016

dannata IKEA

i weekend ultimamente sono convulsi. stiamo sistemando il marciapiede che corre tutto intorno al condominio, con il contributo di emme e di un altro condomino. emme sta facendo l'operaio in questi giorni ed è felice di aver mollato un po' il famigerato computer. si sente in forma e sta sempre all'aria aperta!
io sono qui a Padova in ufficio e mi sento inutile, così almeno nel weekend cerco di rendermi utile. sabato dalle 9 del mattino, mentre emme era giù con l'operaio rumeno a spostare sacchi di cemento e azionare la betoniera, ho pulito casa. era una splendida giornata di sole e io in canottiera a sgobbare, la casa poi splendeva, cosa rarissima da me. l'indomani eravamo a pranzo dai miei dato che dovevamo portare loro un computer. uscendo sulle 16 da casa dei miei con emme siamo andati allì'IKEA
idea DIMMERDA!
la domenica pomeriggio all'Ikea è l'inferno dantesco.
un casino della madonna. bambini dappertutto. mamme col tacco a spillo che vanno alla velocità del fango senza riuscire a tener fermo il pupo che corre qua e là. tutti con questi carrelli, una fiumana di carrelli, una svolta a destra una a sinistra la scorciatoia attraverso i tendaggi e la completa perdita del senso dell'orientamento.
io non ci capivo più un cazzo.
cercavamo una sedia da ufficio che per fortuna abbiamo trovato, in mezzo ai miasmi di candele profumate alla vaniglia, mi è venuta una nausea e un'ansia fortissime che devono ancora passarmi.
speravo tanto nel reparto "accessori cucina" e mi sono trovata immersa nelle carabattole più inutili e meno funzionali della storia. secondo me l'Ikea è il regno degli aspiranti cuochi che però non sanno ancora cucinare. pentole inutili! piatti in terraglia! setacci per il pangrattato fatti con lo sputo e destinati ad arrugginire in zerodue! taglieri fuori misura! l'unica concessione l'ho fatta ad una tortiera rotonda (che non avevo, odiando i dolci ero senza tortiera, ma siccome le torte mi piacciono salate me ne sono presa una tonda che non si sa mai) e ad uno scopettone per il WC che costava 0,90 €.
sono andata allo svezia shop a vedere se almeno c'era qualcosa di buono e spotaccioso da mangiare e mi sono trovata in mezzo a preparati chimici per farsi il pane di segale chimico e poco altro.
ho preso una bottiglietta di succo al mirtillo che con emme ho smezzato in macchina, ed era insapore.
un'esperienza traumatica.
fino all'uscita labirintica dal parcheggio, terribile, una cosa che non ripeterò mai più.
come se non bastasse
il freezer dei genitori di emme martedì per sbaglio è stato spento. la mamma di emme sabato si è accorta che tutte le provviste si sono scongelate. pesce,, carne, pasta fresca.
ci hanno chiesto se potevamo passare da loro e prenderci qualcosa da cuocere e consumare, 3 cosce di pollo 2 branzini e 2 salsicce.
quindi ok, siamo passati dopo l'IKEA (mezzi stravolti, tra l'altro). poi alla PAM a farci due spese (la candeggina, lo shampoo, la salsa di pomodoro, cose anche necessarie).
alle 19:30 eravamo a casa, giusto in tempo per cucinare tutto prima che andasse a male.
poi cena.
poi collasso.

la frase della giornata è
"la prossima volta che andiamo all'IKEA.......
........
NON ANDIAMO ALL'IKEA!!!"

venerdì 11 marzo 2016

le ricette veloci

io ed emme adoriamo il cibo. ne abbiamo proprio un vero culto, entrambi cuciniamo molto bene e siamo un punto di riferimento per tutti gli amici e anche per i nostri stessi genitori, che spesso ci telefonano per chiederci consigli (com'è che la fai la bieta? volevo cucinare il pesce al cartoccio cosa mi consigli?)

emme ultimamente è lanciato con i vasetti sottolio. carciofini, pomodorini secchi, cipolline borettane, melanzane alla napoletana, persino l'aglio sottolio. abbiamo acquistato a un prezzo modico dei Bormioli in un consorzio agrario che conosciamo, e via di conserve.

emme però lavora da casa, gestisce i suoi tempi, non dico che sia meno stanco di me perché non è così, ma diciamo che io invece esco di casa alle 7:15 e torno a casa alle 18:30, facendo la pendolare. quando torno in genere mi dedico al bucato, al lavaggio piatti, prima poi mi infilo in doccia (lavoro in una città inquinatissima e quando torno alla sera i miei capelli puzzano di piscio. terribile, lavarsi è PRIORITARIO).

poi spesso emme è su skype con clienti, collaboratori, insomma la sera tante volte cucino io.

e generalmente dopo una doccia, una lavatrice e un lavaggio piatti ormai sono le sette e un quarto minimo, a meno che non faccio un salto al supermercato dato che ho io l'auto. perché se ci metto in mezzo anche la spesa si fa ancora più tardi.
certe volte confesso che cedo alla pizza da asporto, ma quella pizza in genere ha il sapore della sconfitta, perché a me cucinare piace da morire. alcune sere sono distrutta ma lo faccio lo stesso.
ma devo fare per forza le famose RICETTE VELOCI.
che va bene anzi benissimo, per carità. veloci ma gustose, ricche, spesso metto tante spezie (io amo le spezie da tutto il mondo)

però sono in una fase coccola. abbiamo cambiato frigorifero, girato i mobili della cucina, fatto un bel po' di bucati di cose pesanti e invernali e delicate, e messo via i maglioni in cachemire, insomma ho voglia di dedicarmi alla casa e alla mia famiglia. e vorrei fare una ricetta un po' più impegnativa, ricavarmi il tempo di dedicarmici con tutto il cuore.

le mie ricette veloci, scrivo quelle che mi vengono in mente per prime, sono in genere
- petto di pollo a cubetti con farina miele e limone
- torta salata di insalata troppo svenuta da poter essere mangiata cruda
- ratatouille di verdure miste piccante
- amatriciana dei poveri
- risotto ai cetrioli zucchine mantecato col gorgonzola
- tandoori di tacchino (sempre dei poveri)
- platesse (surgelate) alla mugnaia con dragoncello
- frittata di cipolle appassite nel vino bianco (BUONISSIMISSIMA)

sono tutte cose, tra l'altro, che posso fare in abbondanza e portarmi poi l'indomani in ufficio nel tupperware. ma sono tutte cose che mi lasciano un po' amareggiata.
a quando un bel pasticcio di melanzane alla parmigiana? un brasato? delle sarde in saor, specialità della mia terra che è una terra fatta di isole, che ho avuto il tempo di preparare soltanto quando sono stata operata al secondo occhio (periodo in cui cadeva anche il compleanno di due amici) (pessima idea fare le sarde in saor con un occhio appena operato, a parte che le ho spinate tutte una per volta basandomi solo sul senso del tatto dato che la messa a fuoco non era perfetta, tagliare quei tre quattro chili di cipolle dorate con l'occhio sotto trauma non è stato il massimo. sono venute ottime, con pinoli e uvetta. totale, due giorni di lavoro però)
come la maggior parte, anche questo post è inutile. non ho messo nessuna ricetta inedita, né cerco idee, perché basta, le idee sono anche troppe. vorrei solo avere tempo ed energie per realizzarle ecco.
fra poco è stagione di erbette di campo. bruscandoli, carletti, ortica, tarassaco.
e non voglio farmele sfuggire.
aloha.

giovedì 10 marzo 2016

sogni

io sogno, di notte. ma sogno davvero tanto, certo come tutti vado a periodi, ma tendenzialmente per me addormentarmi è come andare al cinema.
e i miei sogni sono per lo più bellissimi! mi sveglio felice e stupefatta!
l'altroieri ad esempio ho sognato che cambiavo lavoro. era bellissimo, una clinica veterinaria che mi aveva assunta come centralinista. un po' lontana da raggiungere, dentro ad uno stabile enorme dove dentro oltre alla clinica c'erano anche degli studi notarili (!!!).
ricevevo tantissimi complimenti per come lavoravo (????)
ma il bello è che per raggiungere il posto di lavoro dovevo andare in treno. passando per delle stazioni in alta montagna. scendendo dal treno mi ritrovavo sulle TRE CIME DI LAVAREDO



e siccome facevano molta paura (anche se nel sogno erano molto piccole, praticamente saranno state alte 5 metri, trovavo un passaggio segreto in mezzo alla ghiaia e TAC, raggiungevo di nuovo il treno e scendevo alla fermata giusta.

Fantastico, no?

La notte scorsa invece ho sognato pinguini. molti pinguini.



tutti in fila in mezzo alla neve, bianca. io e emme e il padre di emme eravamo in fila insieme con questi pinguini che erano belli grandi, tipo alti un po' meno di me. qualcuno lo accarezzavo sulla testa, il clima era di gioia anche se non saprei dire dove stessimo andando tutti in fila con i pinguini. ma sapevamo la strada e pareva anzi, che avessimo fretta. Il padre di emme però ha detto "non è vero che i pinguini sono uccelli"
e io invece dicevo di si, sono uccelli, padre di emme, non vedi le penne e il becco?
insomma un pinguino particolarmente burlone mi si infila tra i piedi per passarmi sotto le gambe.
e mi accorgo che ha la coda come tesla!


ecco.
questo è lo standard. quanto mi diverto!


vi presento

 
 
PASCAL! il mio dolcetto tenerissimo con gli occhioni dolci dolci e il sedere molto cicciottello 
 
 


E TESLA! con la faccia truce e tremenda e furbacchione


ecco. per me loro sono i più bei gatti dell'universo. perché la regola vuole che il gatto più bello del mondo è il proprio. e io ne ho due e ne prendo uno e dico "tu sei il più bello" poi ne prendo un altro e dico "no, tu sei il più bello" e alla fine mi gira la testa e non so decidermi chi sia il mio amore più amore

eccoli insieme sul divano. quando si mettono così io ci metto la faccia in mezzo

martedì 8 marzo 2016

Otto Marzo

tra una lista sinistri e un po' di pioggia e un computer che non funziona e il freddo fuori, alla fine oggi è la festa della donna.
e non riesco proprio a gioire, del fatto di essere donna.
questo perché la maggior parte dei difetti femminili sono anche i miei difetti.

1) per esempio, il mio peggiore e inconfessabile, l'invidia.
sei più bella di me. più ricca di me. più intelligente di me. più intonata di me. hai capito le cose prima di me. i fattori, questi, che ingoio a malapena. ci provo, davvero, ma non ci riesco sempre, anche se sto facendo dei progressi. quello che prima per me era ingestibile per un mese e mezzo, ora diventa ingestibile in una settimana.
ricordo che anni fa frequentavo delle altre persone, e tra queste c'era una ragazza bellissima. ma proprio una specie di cerbiatto con gli occhi da angelo e un corpo da amazzone. di mestiere era ballerina, che io sappia lo è ancora. parlava le lingue essendo bilingue. e in qualsiasi momento della giornata, nonostante fosse una fumatrice, profumava di fiori.
io volevo sfigurarla e per questa cosa sono stata malissimo per un mese e mezzo, appunto. solo la sua esistenza mi gettava nella disperazione.
questo è un difetto tipicamente femminile del quale non riesco a liberarmi.

2) per esempio, l'apprensione.
io sto in ansia per tutto. emme esce, va a fare la spesa, non torna subito e per strada passa un'ambulanza. ecco che in zerodue gli telefono e se non risponde lo richiamo e lo richiamo per chiedergli se sta bene. ok questo non succede proprio sempre, ma spesso. se mia mamma non risponde al cellulare e neanche al fisso io mi agito come una furia. se mi attraversa la mente che forse ho per sbaglio tritato quel documento di lavoro importantissimo ed è sabato mattina, l'angoscia mi chiude la gola per l'intero weekend. se uno dei miei gatti non salta fuori in casa perché si è nascosto, la prima idea è correre in strada e controllare che non si sia lanciato dal balcone, col cuore a duecento. non è vita. è fuori controllo. e non so proprio come gestire questo lato di me.

3) per esempio, la curiosità.
suona il telefono e mi mordo la lingua prima di chiedere "chi era?". perché di istinto, lo farei. vorrei controllare tutto, lurkare tutto, sentire che se voglio le informazioni sono tutte nel mio pugno. la cosa è stupida, non ha senso, è piuttosto sgradevole da subìre e inutile nel praticarla. se uno vuole farti cornuta lo fa lo stesso, e se è furbo ti dà l'illusione di avere il controllo e dalla porta del retro ti fa fessa come niente, se sei una donna. perché diciamolo, spesso le donne sono abbastanza fesse....la curiosità nelle peggiori delle situazioni poi sfocia nel pettegolezzo, nel gossip. che bello sapere, sentire dettagli pruriginosi sull'amico, sul collega. peccato che quei dettagli magari sono la descrizione di una situazione che in quell'amico, in quel collega, stanno generando una grande sofferenza. il gossip difficilmente è indolore, il rispetto per l'intimità altrui, spesso ignorato dalla maggior parte delle donne.

4) per esempio, l'attaccamento alle cose materiali.
dove per "materiali" intendo proprio gli OGGETTI. non riesco a buttare via nulla, tutto per me ha un valore affettivo inestimabile, mi circondo di cartacce di caramelle, ritagli di giornale, raccatto orsacchiotti da terra, non riesco a buttare via i pantaloni mangiati da pablino il gatto epilettico. se per errore rompo un bicchiere cui tengo sono pianti disperati. se infeltrisco un maglione mi armo di balsamo pantène per capelli lisci effetto seta e cerco di rianimarlo (molto spesso, devo dire, con successo).il risultato è un disordine immane, che rispecchia, temo, il mio caos interiore. perché alla fine non trovo mai niente in mezzo al mio casino.

5) per esempio, la vanità.
pausa caffè, le colleghe ridono. e la sensazione che mi stiano guardando. e ridendo di me. per esempio, la sensibilità ai complimenti e alle lusinghe. l'estrema facilità con cui mi sento esclusa e messa da parte, giudicata se ho detto oppure non ho detto, la perpetua ansia da prestazione che mi impedisce di essere spontanea.

6) per esempio, l'ambiguità.
che sarebbe la difficoltà di dire quello che penso. si vuol dire non so, non so vuol dire no, no vuol dire si. mi sforzo, lo giuro, mi sforzo di dire quello che penso, ci riesco a patto di fare un lunghissimo, eterno lavoro di cesello sulle parole. se devo dire una cosa brutta la dico in un modo talmente edulcorato e arzigogolato che poi alla fine non si capisce niente. pane al pane, vino al vino. ti piace apocalypse now? ecco, no. secondo me è un film che fa schifo. e non mi ha fatto ridere Frankenstein jr. e no grazie il cioccolatino non lo rpendo, perché a me purtroppo la cioccolata dà allo stomaco oltre che sui nervi. da queste cose dovrei partire, per migliorare.

tutti questi sono difetti brutti, proprio brutti, e sono arcisicura che l'elenco sarebbe ancora molto lungo.
vorrei proprio tanto questo otto marzo, non tanto cercare di diffondere il fatto che l'icnendio della Cotton Factory è in realtà una bufala, quanto annotare questi pensieri per migliorare. ché a fare il maschiaccio coi capelli scarmigliati e coi buchi sulla maglia per poi perdersi in banalissimi bicchieri d'acqua, son capaci tutti.

buona festa della donna. fatemi gli auguri. ne ho bisogno.

lunedì 7 marzo 2016

un concerto rock - e alla fine sentirsi una brutta persona

è tremendamente difficile scrostarsi di dosso questa sensazione. in me è molto radicata, da che ho consapevolezza di me mi sento così. sin da bambina mi sento così e non si può attribuire la colpa alla mia splendida famiglia, che mi ha sempre amata e protetta. credo anzi che si nasca, come con una deformità.
venerdì sera c'era un concerto in un locale non lontano da casa, niente di che, niente di strano. un concerto di quelli che piacciono a me, e di musicisti miei conoscenti.
ho un debole, si sa, per il rock, un enorme debole, quando sento ROCK AND ROLL io tendo a non capire più niente. specie se è suonato dal vivo.
il concerto era in una stanza con un'acustica pessima. il locale era un locale dove andavo praticamente sempre, nella mia ex vita. il titolare è un amico, lì avevo fatto anche la festa di matrimonio, per me quello è un posto speciale, molto speciale.... inoltre hanno ristrutturato tutto, rispetto a quando ci andavo io. al posto del cesso alla turca ora ci sono i bagni divisi maschi e femmine, il parcheggio è stato coperto di ghiaia, non c'è più il pantano. la stanza dei concerti è un salone bello grande, come nelle birrerie tedesche, insomma è anche più bello di quando andavo io. per contro il menù è immutato. si mischia il vecchio e il nuovo, e lì io ci vado sempre volentieri, a maggior ragione quando c'è musica dal vivo, la mia grande passione da sempre.
il problema è che quando ci sono eventi così, alla fine incontro gente che non vedo da anni, che saluto volentieri, e che sono felice di rivedere.
e in certi momenti tra baci e abbracci mi sento quasi, come è accaduto anche lo scorso settembre, alla sagra paesana del paese dove vivevo da sposata, la guest star.
"guest star" è una locuzione che non sono abituata ad attribuirmi, ma l'ha fatto invece un amico che era con noi. e non so se sia una mia paranoia o se fosse invece vero, ci ho sentito dentro come una vena di disprezzo, nella voce.
non essendo abituata alle cerimonie nei miei confronti e pensando di non meritarmele (a maggior ragione da persone che mi hanno ignorata nei momenti più difficili della mia vita), molto probabilmente quando mi sento abbracciata e accolta vado in confusione, e si vede subito, arrossisco, mi prende il batticuore. si vede, insomma, che sono emozionata. venerdì sarebbe potuto esserci anche l'ex per quanto ne sapevo, a me non importava se ci fosse o meno. quella è una cosa finita, e finita bene.
ma non c'era, c'erano invece gli altri componenti della band che non vedevo da quattro anni. ci siamo salutati,. io confusissima ridendo ho detto "si dai qualche volta passo anche io per di qua" ma c'era casino. non si sentiva niente, la musica era alta.
il titolare è stato chiamato a fare un pezzo con la band, era visibilmente in imbarazzo.
quando è sceso dal palco lui ha fatto il gesto della strizza con la mano e io e la mia amica lo abbiamo abbracciato, ammucchiate sopra quest'uomo non troppo alto e bello paffuto. abbracciare l'oste che diceva "ogni volta che mi fanno salire sul palco mi cago addosso, grazie ragazze"
morale della storia
mi sono divertita tanto, mi è venuta un po' ni nostalgia e adesso mi sento in colpa per queste due cose
per essermi divertita
e per la nostalgia.
emme era con me e socializzava con i miei ex amici. la musica era davvero troppo alta quindi mezzo concerto lo abbiamo sentito da fuori, e nonostante ciò le orecchie ci hanno ronzato per tutta la notte.
emme fantastico.
ero tanto contenta di dividere con lui una serata come quella.
l'ho presentato a quelli che sono riuscita, qualcuno invece lo conosceva già, perché il mondo è piccolo e la vita è breve anche se a volte sembra noiosa. venerdì no, però.
ecco credo che forse la soluzione al mio senso di colpa sarebbe di tornare a vedere i live. andare a sentire la musica dal vivo e magari riprendere a suonare. e ascoltare musica, più che posso.
perché davvero l'emozione che mi danno le note ultimamente mi sovrasta. forse semplicemente non ci sono più abituata....


venerdì 4 marzo 2016

affrontare un divorzio. alcuni buoni consigli da parte di una che ha subìto la decisione

ebbene si. mi ritrito la smenata del divorzio, ma vedo che le pagine "consigli per affrontare un divorzio" - "come superare una separazione" - "sopravvivere all'abbandono wikihow" sono a dir poco cliccatissime.
e dato che comunque la mia versione dei fatti è abbastanza autorevole e, spero, definitiva (non so mi sento presuntuosa oggi? ma cavolo, io mi pare di essermela cavata proprio bene) vorrei fare un elenco, per punti, di come ho fatto.. sono passati quasi quattro anni e sono passata attraverso delle esperienze che mi hanno travolta, masticata, triturata, digerita e RI-CACATA FUORI nuova di zecca, e quindi, si, vorrei metterci anche il mio, personale, di elenco, sperando che qualcuno lo legga ma soprattutto sperando che possa essere d'aiuto! la mia fobia per la banalità è atroce ma correrò il rischio di dire cose scontate. dai, facciamolo, questo atto di coraggio!

- ti ha lasciato. non ci credi, è impossibile. ti ronzano le orecchie, ti gira la testa, e riesci solo a pensare che sia un orribile scherzo da prete. chiedi spiegazioni, le spiegazioni arrivano eppure non ti bastano. da quanto è in crisi? perché non mi spiega esattamente com'è andata che ha deciso così? non me lo spiega perché non è possibile, non è vero. questo momento è paragonabile a un'improvvisa sbornia, ti senti ubriaco e non capisci più un cazzo. ecco. è normale. la soluzione per affrontare questa fase è pensare un secondo alla volta. fare passi, piccolissimi, per prendere e andarsene il più lontano possibile, raggiungere qualcuno che ci vuole bene, la mamma, l'amico. prendere uno zainetto, metterci mutande calzini e spazzolino le chiavi della macchina e scappare da lì.

- ti ha lasciato. parlane. parlane parlane con chi ti pare a costo di pesare come un macigno. non serve che ti dica di piangere, è solo parlando che usciranno le lacrime, dalla pelle dagli occhi da tutto il tuo corpo. è solo parlandone che ti renderai conto che sì. è tutto vero.

- ti ha lasciato. ha un altro/a? non ce l'ha? la dura, triste verità, anche se non ci vuoi credere, è che non cambia niente. magari l'altro/a ha soltanto accelerato il processo, in fin dei conti se il partner non vuole tradirti la terza persona neanche l'avrebbe vista. incazzati col partner, non col terzo incomodo, che sicuramente non è stato un campione di correttezza ma non ti aveva promesso lui amore eterno.

- ti ha lasciato. pensi sia colpa tua. non eri abbastanza bello-intelligente-brillante-ricco-interessante. ecco questo è un errore tanto pericoloso quanto diffuso. seguimi: se pensi che sia tutta colpa tua, allora per contro pensi anche che se tu fossi stato, invece, bello intelligente ricco eccetera non sarebbe accaduto che venissi abbandonato. è un modo come un altro, questo, per controllare una situazione sulla quale invece non hai il minimo controllo. hai delle colpe? probabile. hai tutte le colpe? no. hai il 50% di colpe? e qua viene il bello: NEMMENO! la percentuale di colpa non è divisibile per due, è un numero dispari, e sì, tu adesso stai subendo un torto, l'ex partner ti sta mollando, lui si è fatto un milione di ragionamenti, poi ti ha lasciato, NON ti ha messo nelle condizioni di dire la tua, insomma, non stai messo male, hai un po' di vantaggio, e di ragione. anche se di Pirro, questa è una piccola vittoria, forse l'unica. aggrappatici.

- ti ha lasciato. è un mostro. la persona peggiore un vile un disgraziato un bastardo e via dicendo. questo va bene. l'incazzatura ci vuole, ci sta tutta, ma occhio a non rigirarti il coltello contro: non pensare "lui è un coglione, ma io anche di più, ad averlo sposato". non vergognarti di aver amato qualcuno, mai. mai! è la cosa più preziosa che ti resta, anzi, devi essere orgoglioso di aver amato così tanto da avere il prosciutto sugli occhi e beatamente non esserti accorto di niente. meglio stupido che cattivo. questa è una regola aurea, che ti verrà buona quando avrai bisogno di guardarti allo specchio e chiederti che tipo di persona sei.

- ti ha lasciato e stai di merda. sei triste, ti manca. ti mancano le abitudini, il rumore che fa quando russa, i suoi calzini sporchi abbandonati, tutto improvvisamente diventa bello, di colpo. ecco. goditi questo dolore, vivilo, non cacciare indietro le lacrime ma al contrario, sguazzaci dentro, servirà a vaccinarti e a rinforzarti quando verranno avanti gli avvocati. e vi dividerete i vostri beni, momento penoso per affrontare il quale ti serviranno spalle forti. torna nella casa, riprenditi le tue cose, fallo magari quando l'altro non c'è. piangi. ripiangi. e alla fine accordati con l'amico del cuore vai al karaoke e spaccati di birra

- rivolgiti a un medico e fatti prescrivere le seguenti cose: una benzodiazepina per dormire (tranquirit, minias, qualcosa del genere) e del SARGENOR per stare sveglio. da solo non ce la fai e se non ce la fai rischi di perdere il lavoro che attualmente è l'unico motivo per cui ancora non si sei buttato sotto un treno. dormi di notte e alzati la mattina. cura la tua igiene personale. lavati. lava bene anche gli indumenti, cambiati ogni giorno, specie le mutande, anche se immagini che il loro contenuto sia destinato ad ammuffire, fallo altrimenti ti prendi le piattole e attualmente di problemi ne hai già abbastanza.

- esci. la sera, dopo il lavoro, esci nel weekend. vai al lago in montagna sul fiume al mare. esagera. perché questo è il momento di vivere. si guarisce nel cuore, nella mente, ma anche attraverso il corpo. trovati un/una scopamico/a, viviti la libertà di non avere legami e di non dover rendere conto a nessun partner di quello che fai del tuo corpo e del tuo tempo libero. respira profondamente e scollati le ragnatele. potresti anche scoprire che l'ex non è che ti manchi poi così tanto.

- ora viene il brutto. la separazione burocratica. l'avvocato (che pagherà chi ti ha mollato, non tu) scriverà una bozza di omologa per la separazione. leggila con attenzione e soprattutto battiti per una consensuale, lascia stare gli alimenti a meno che non ti trovi davvero in emergenza. ogni mese un bonifico è un cordone ombelicale del quale a questo punto fai volentieri a meno. sulle tue sole forze, si è visto, puoi contare. senza prenderla in quel posto ma fai una consensuale, veloce, semplice. ricorda. MEGLIO STUPIDO CHE CATTIVO tu sei il Re/la Regina, a testa alta anche se triste. sorridi, tirato, al tuo destino, accoglilo e fagli capire che sei come l'acqua, non ti fermi, ma continui per la tua strada tortuosa come un torrente. sentiti orgoglioso di te, l'ex partner lo sarà, lui si aspettava di aver protetto per anni un povero pulcino e ora scopre che quel pulcino è fatto di titanio. è una bella sensazione, no?

- udienza. una roba di 5 minuti, fuori uno dentro il prossimo, non aspettarti Santi Licheri di Forum e la dea Giustizia con la bilancia in mano. anzi, c'è un atrio coi numeri eliminacode come in salumeria. il senso, a quel momento, ce lo devi dare TU. preparati come se dovessi andare ad una bellissima festa, vestiti, profumati, deodorati. e immagina, alla fine di quei cinque minuti. un rumore di esplosivo.BAMMMMM sai cos'è quel rumore? è la porta che si chiude. tu ne sei uscito, dal matrimonio, sbattendo la porta e a testa alta. ora puoi anche aggiornare il tuo stato di facebook e la lista dei tuoi amici. chi c'è stato? chi invece no? cancella tutto, ne sei fuori.

- quando poi tu e l'ex vi congedate dopo l'udienza, anche se non ci credi sfodera un sorriso  radioso e pronuncia la seguente frase: "ti sono grata/o per il breve tratto di vita che ho passato con te. sono stato/a davvero tanto felice, ti auguro ogni bene, spero che anche tu sia stato felice con me. ciao". lo vedrai piangere. piangerai magari anche tu  ma fallo in privato. le cose a forza di ripeterle poi diventano reali. e quando alla fine ci crederai, ecco. il momento è giunto

sei pronto ad innamorarti di nuovo.




martedì 1 marzo 2016

progressi

ogni tanto qui ci torno da anonima per rileggere. il tempo non è molto e gli occhi alla sera mi tirano pacco dopo una giornata al pc.
le spese dell'ultimo periodo sono state talmente tante che il mio conto in banca è pulito come un calzino passato in candeggina, da cui la decisione: smetto di fumare. è una decisione che prendo ogni giorno. ogni giorno da una settimana smetto, che brava no?
poi quando mi accendo una sigaretta mi sento una m@@@a. e il giorno dopo daccapo, lanciatissima rismetto.
inoltre ho smesso anche di mangiare al bar e mi porto da casa le cose che mi preparo per tempo. torte salate, lenticchie, mozzarella, frutta. la frutta se associata al sapore della sigaretta fa schifo. o meglio è la sigaretta a fare schifo se associata alla frutta. questo però dipende anche da che ora è, alla mattina è la sigaretta a fare schifo, al pomeriggio bramo così tanto la nicotina che dico che è la frutta, a fare schifo.
ricordiamo che emme un anno fa è stato operato a un polipo in gola e ha continuato incallito a fumare quindi gli serve una mano. se aggiungiamo che ho denti splendenti (la parte del mio corpo, confesso, che mi rende vanitosa sono i denti. bianchi, diritti come pali, mai neanche mezza carie in 36 anni a parte quelle sui denti del giudizio che mi sono tenuta in bocca dai 18 anni a quest'estate, cariati, e poi tolti in un lampo) e ROVINARE I DENTI significherebbe PAGARE UN DENTISTA e io i soldi adesso proprio non ce li ho, se poi mettiamo anche che lavoro in una città che è il monumento all'inquinamento e alla sera i miei vestiti puzzano e se a questo ci aggiungo il fumo di sigaretta mi trovo a fare una lavatrice al giorno con conseguente rincaro della bolletta enel (scusate la venalità ma il problema principale è quello)

insomma
non sarà bello da dire ma io della mia salute me ne fotto abbastanza. una vita di fumo alcol stravizi non è un bell'esempio di autostima e neanche di amore di sé stessi, sull'amore per sé stessi poi ne ho tanto da dire ché a me pare francamente una gran stronzata presuntuosa. amare sé stessi ci rende dei pezzi di merda, questa la mia opinione, sarei più per il PENITENZIAGITE e cilicio e sacco di juta e piedi nudi sul cemento e abolizione dei negozi di abbigliamento e profumeria e capelli rasati a zero, imposizione dello stato pena MULTA e capriola sui sassi e ingoiamento dello schitto del piccione, ma tant'è

vediamo se questa penuria di soldi porterà a qualcosa di buono.
e chissà magari cambio idea.
m.
anche no