martedì 8 marzo 2016

Otto Marzo

tra una lista sinistri e un po' di pioggia e un computer che non funziona e il freddo fuori, alla fine oggi è la festa della donna.
e non riesco proprio a gioire, del fatto di essere donna.
questo perché la maggior parte dei difetti femminili sono anche i miei difetti.

1) per esempio, il mio peggiore e inconfessabile, l'invidia.
sei più bella di me. più ricca di me. più intelligente di me. più intonata di me. hai capito le cose prima di me. i fattori, questi, che ingoio a malapena. ci provo, davvero, ma non ci riesco sempre, anche se sto facendo dei progressi. quello che prima per me era ingestibile per un mese e mezzo, ora diventa ingestibile in una settimana.
ricordo che anni fa frequentavo delle altre persone, e tra queste c'era una ragazza bellissima. ma proprio una specie di cerbiatto con gli occhi da angelo e un corpo da amazzone. di mestiere era ballerina, che io sappia lo è ancora. parlava le lingue essendo bilingue. e in qualsiasi momento della giornata, nonostante fosse una fumatrice, profumava di fiori.
io volevo sfigurarla e per questa cosa sono stata malissimo per un mese e mezzo, appunto. solo la sua esistenza mi gettava nella disperazione.
questo è un difetto tipicamente femminile del quale non riesco a liberarmi.

2) per esempio, l'apprensione.
io sto in ansia per tutto. emme esce, va a fare la spesa, non torna subito e per strada passa un'ambulanza. ecco che in zerodue gli telefono e se non risponde lo richiamo e lo richiamo per chiedergli se sta bene. ok questo non succede proprio sempre, ma spesso. se mia mamma non risponde al cellulare e neanche al fisso io mi agito come una furia. se mi attraversa la mente che forse ho per sbaglio tritato quel documento di lavoro importantissimo ed è sabato mattina, l'angoscia mi chiude la gola per l'intero weekend. se uno dei miei gatti non salta fuori in casa perché si è nascosto, la prima idea è correre in strada e controllare che non si sia lanciato dal balcone, col cuore a duecento. non è vita. è fuori controllo. e non so proprio come gestire questo lato di me.

3) per esempio, la curiosità.
suona il telefono e mi mordo la lingua prima di chiedere "chi era?". perché di istinto, lo farei. vorrei controllare tutto, lurkare tutto, sentire che se voglio le informazioni sono tutte nel mio pugno. la cosa è stupida, non ha senso, è piuttosto sgradevole da subìre e inutile nel praticarla. se uno vuole farti cornuta lo fa lo stesso, e se è furbo ti dà l'illusione di avere il controllo e dalla porta del retro ti fa fessa come niente, se sei una donna. perché diciamolo, spesso le donne sono abbastanza fesse....la curiosità nelle peggiori delle situazioni poi sfocia nel pettegolezzo, nel gossip. che bello sapere, sentire dettagli pruriginosi sull'amico, sul collega. peccato che quei dettagli magari sono la descrizione di una situazione che in quell'amico, in quel collega, stanno generando una grande sofferenza. il gossip difficilmente è indolore, il rispetto per l'intimità altrui, spesso ignorato dalla maggior parte delle donne.

4) per esempio, l'attaccamento alle cose materiali.
dove per "materiali" intendo proprio gli OGGETTI. non riesco a buttare via nulla, tutto per me ha un valore affettivo inestimabile, mi circondo di cartacce di caramelle, ritagli di giornale, raccatto orsacchiotti da terra, non riesco a buttare via i pantaloni mangiati da pablino il gatto epilettico. se per errore rompo un bicchiere cui tengo sono pianti disperati. se infeltrisco un maglione mi armo di balsamo pantène per capelli lisci effetto seta e cerco di rianimarlo (molto spesso, devo dire, con successo).il risultato è un disordine immane, che rispecchia, temo, il mio caos interiore. perché alla fine non trovo mai niente in mezzo al mio casino.

5) per esempio, la vanità.
pausa caffè, le colleghe ridono. e la sensazione che mi stiano guardando. e ridendo di me. per esempio, la sensibilità ai complimenti e alle lusinghe. l'estrema facilità con cui mi sento esclusa e messa da parte, giudicata se ho detto oppure non ho detto, la perpetua ansia da prestazione che mi impedisce di essere spontanea.

6) per esempio, l'ambiguità.
che sarebbe la difficoltà di dire quello che penso. si vuol dire non so, non so vuol dire no, no vuol dire si. mi sforzo, lo giuro, mi sforzo di dire quello che penso, ci riesco a patto di fare un lunghissimo, eterno lavoro di cesello sulle parole. se devo dire una cosa brutta la dico in un modo talmente edulcorato e arzigogolato che poi alla fine non si capisce niente. pane al pane, vino al vino. ti piace apocalypse now? ecco, no. secondo me è un film che fa schifo. e non mi ha fatto ridere Frankenstein jr. e no grazie il cioccolatino non lo rpendo, perché a me purtroppo la cioccolata dà allo stomaco oltre che sui nervi. da queste cose dovrei partire, per migliorare.

tutti questi sono difetti brutti, proprio brutti, e sono arcisicura che l'elenco sarebbe ancora molto lungo.
vorrei proprio tanto questo otto marzo, non tanto cercare di diffondere il fatto che l'icnendio della Cotton Factory è in realtà una bufala, quanto annotare questi pensieri per migliorare. ché a fare il maschiaccio coi capelli scarmigliati e coi buchi sulla maglia per poi perdersi in banalissimi bicchieri d'acqua, son capaci tutti.

buona festa della donna. fatemi gli auguri. ne ho bisogno.

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