giovedì 28 maggio 2015

HABEMUS DATAM

notata la finezza dell'accusativo, rimembranza vaga del liceo.
e si.
il divorzio consterà di due incontri, il primo sarà il 17 giugno, il secondo almeno 30 giorni più tardi. col secondo incontro saremo definitivamente non sposati.
oggi l'ex mi ha scritto su whatsapp per dirmelo.
l'ho ringraziato.
l'angoscia di ieri sta lasciando il posto ad una rassegnazione malinconica di come stanno le cose, e sotto un certo punto di vista sono anche contenta che lui stesso possa rifarsi una vita davvero. magari coltivando i suoi progetti verso vicenza, non so che genere di progetti, ma credo che ci siano.
la speranza è l'ultima a morire, diceva una mia ex collega, e chi visse sperando morì CANTANDO, e allora io canto canto e spero che per lui tutto vada bene.
non se lo merita troppo, eh, però una persona così fragile non pensavo che potesse esistere.
a rivangare il passato, che è il mio modo di ricordare, mi rendo conto di averlo protetto spesso. nessuno lo direbbe, io sembro piccola. sono alta 1,54. paffuta, bionda, frangetta, capelli lunghi, abiti da adolescema. recentemente ad una festa mi sono vestita da Arale ed ero uguale.
nessuno lo avrebbe mai detto e io proprio men che meno, che ero più forte di quell'uomo gigantesco che sapeva sempre cosa dire. da dietro, dal basso, l'ho sorretto tante volte.
d'istinto adesso alzerei il telefono e chiamerei i miei ex suoceri. ma per dire cosa, per fare cosa?
ho immaginato l'eventuale conversazione ieri sera sotto la doccia.
"volevo dirvi che ho incontrato vostro figlio. che stiamo per concludere. volevo dirvi che tante cose sono andate nel modo sbagliato e che mi dispiace. volevo dirvi che io quello scemotto di vostro figlio l'avrei anche perdonato. se l'informazione vi fa stare meglio. volevo chiedervi come state. lui non l'ho trovato bene, non posso fare niente per lui, ma voi si. perdonatelo anche voi. vi farà bene, farà bene a tutti. tanto chi nasce quadro non muore tondo, se è tonto lo resterà per sempre. arrabbiarvi con lui e non parlargli più non cambierà le cose. amatelo. io per esempio lo amavo, amatelo, amare è bello e gratis. vorrei piangere per come sono andate le cose. ne ho bisogno ma faccio la forzuta davanti a voi perché conosco vostro figlio e so che alla fine di tutto è esattamente figlio vostro. piangerò più tardi, da sola, nel parco. ma non qui. quando volete ci vediamo per un prosecco e due chiacchiere. mi hanno operata agli occhi ed ora ci vedo bene, ho due gatti meravigliosi, andrò in vacanza all'isola d'Elba. le cose belle che posso raccontarvi sono tante e anche voi me ne potete raccontare tante, ne sono certa."

lo faccio? o no?
e chissà.

2 commenti:

  1. Io chiamerei..
    magari no cambia nulla, ma li hai sentiti anche solo per sapere come stanno.
    O magari cambia qualcosa, chissà.
    Ma ci avrai provato.

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  2. eh giorgia. giustamente emme, col quale ne ho parlato, mi faceva notare che parlare con loro equivale a passare davanti a lui e trattarlo da imbecille. non ha tutti i torti...

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