mercoledì 31 dicembre 2014

sogni

sogno tanto. tantissimo.
devo operarmi ad un occhio, ho 35 anni ma ho la cataratta e devo operarmi e anche se sarà bellissimo perché verrà risolta anche la mia pesante miopia e smetterò di portare gli occhiali, mi sto in realtà cagando sotto.
e sogno la sala operatoria dove c'è anche il responsabile del personale della mia azienda e il padre del mio ex marito.
questa notte ho sognato invece che io ed emme compravamo la cappella sistina e volevamo affrescarla. quello era un bel sogno.
e poi ho sognato che con amici andavo a sottomarina di chioggia in un negozio di articoli sportivi a comprare un bibitone energetico che però forse faceva male, e poi per tornare in auto passavamo in mezzo ad una lingua di sabbia in mezzo al mare e c'era un terribile ingorgo stradale.
e poi ho sognato pezzi delle mie viscere uscirmi dalla bocca, dagli occhi, dal naso, sotto forma di poltiglia nera.
diciamo che davvero, sogno così tanto che andare a letto per me è come andare al cinema.
oggi lavoro solo mezza giornata. e poi sono a casa da lavoro fino al 7 gennaio e non è mai capitato in tre anni che lavoro qui, mi sembra un sogno. è stato un bel natale. sarà un bell'inizio di ferie. con anche tanto freddo fuori, un po' di neve, e molto, molto amore. io a volte mi sento inquinata ma questo è il mio lato nero, invidioso e arrabbiato. non sono sempre così. questa sera festa a casa di un amico. ognuno porta qualcosa. maggior parte degli invitati sono vegani. prosecchini e tartine con hummus. una festa semplice e priva di fronzoli. esattamente quello che mi piace quest'anno.
tre anni fa è stato l'ultimo capodanno della mia ex vita. c'era un concerto al palaverde e suonava lui. mi ricordo che mi ero divertita e si era pure mangiato sushi alle 4 del mattino. mi adattavo o per lo meno digerivo quel tipo di intrattenimenti, me li facevo andare bene per vivere bene, perché in fondo anche se non sembra io proprio non ci riesco a non essere ottimista. un'ottimista con l'umorismo nero ma pur sempre un'ottimista. in qualche modo faremo, e c'è effettivamente del bello in ogni cosa. persino con la ex del bassista sono andata d'accordo quel giorno. ho fatto amicizia con tutti. poi è finita, Bè, meglio così. era la prima volta che facevo un capodanno con concerto live, e dire che quell'anno la festa mi era stata imposta, anche se era giustificata dal fatto che i musicisti quell'anno venivano strapagati. quindi, niente montagna, niente festa da sessanta persone semisconosciute canne e neve. meglio.
si tornava a casa non si stava lì quattro giorni. meglio.
se penso a come è cambiata la mia vita mi sento girare la testa, all'epoca non decidevo niente, ma proprio niente. non mi capacito di come sia stato possibile che un grammo per volta ci siamo così persi, così sbilanciati. così tanto!
adesso fra poche ore saremo nel 2015. un anno che finisce col numero 5 mi sembra un anno bello. auguri a tutti. state in pace se ci riuscite, e soprattutto se ci riuscite ditemi come si fa.

lunedì 15 dicembre 2014

lo Spirito e la sete.

la sete che può essere di liquidi, di conoscenza, di comprensione, di affetti. può essere anche una sete spirituale?
col fratello di emme, domenica, parlavamo della sua recente esperienza con il rebirthing. aveva partecipato ad un seminario. io non so perché dopo il suo racconto mi sia sentita così scossa. mi innervosisce sempre parlare di energia, di vite precedenti, la parola "sciamano" mi urta i nervi e mi fa sempre sonoramente ammutolire.
e quando sento dire che il nostro modo di respirare influenza anche il nostro pensiero mi incazzo ancora di più.
c'è tanto bisogno di una guida, e purtroppo di tutte le seti che possiamo avere quella spirituale è quella meno ascoltata. beviamo birra, programmi televisivi, serie tv, libri, bufale, tentando di placare QUELLA sete, sempre invano.
io nasco cattolica e disobbediente.
non ho ricordi, da che ero appena all'asilo, di aver mai creduto con spontaneità a Gesù o a Dio o all'angelo custode, sebbene la mia famiglia praticasse con costanza la fede cattolica e mi trascinasse ogni domenica a catechismo/messa. erano risse paurose. odiavo andare a messa. odiavo pregare qualcosa che non vedevo né sentivo nel cuore.
poi le cose della vita ti fanno chiedere anche aiuto, a quel Dio che non vedevo mi sono rivolta in varie alterne fasi della mia vita, sempre con fervore e convinzione, mi appoggiavo ai rosari come ci si concentra con un mantra. recitavo preghiere e cercavo risposte. quelle risposte che a volte mi pare che siano pure arrivate.
ora però il mio percorso si è arenato. non scendo in dettagli dolorosi, in risposte crudeli che Dio mi ha rivolto, non voglio altrimenti scoppio in lacrime qui davanti ai colleghi.
però sono arrivata al punto che la mia fede non è mai stata, sì, così forte. e in Dio credo, e credo anche nella Chiesa. e credo anche che Dio sia un sadico malvagio. che ci usa come burattini. prima di buttarci in discarica perché non farsi quattro grasse risate coi pupi?
non per me. la mia vita va abbastanza bene.
anzi direi bene.
ma per quello che vedo accadere attorno a me.
per il male che accade e per le circostanze che rendono le vittime del male fondamentalmente ridicole. e bersagliate dalla jella come se fossero messe alla gogna, davanti ad un esercito celeste in visibilio. e l'Onnipotente non è che non fa niente, ma anzi è il maestro dei giochi gladiatori, un lanista che intrattiene il pubblico.
eppure neanche questo pensiero mi soddisfa, perché quando vorrei pregare adesso me lo vieto, me lo impedisco, vorrei rieducare il mio pensiero all'indifferenza religiosa di quando ero bambina, dove imploravo la mia famiglia di lasciarmi in pace, di non parlarmi di Vangeli o di Gesù. se lo avessero fatto ora sarei così? non lo so. non ne ho idea. non ho figli. se ne avessi, ora come ora, li educherei all'odio verso Gesù. che ci ha dato solo due guance da porgere ma magari se ne è pentito e avrebbe voluto darcene di più.
non all'odio verso la Chiesa, perché è proprio vero, la Chiesa fa ciò che Dio dice. se la santa Chiesa è cattiva, forse è perché è Dio ad essere malvagio.
forse.
ma la sete mi rimane.
e non ne vengo fuori.

giovedì 4 dicembre 2014

bisognerebbe avere qualcosa da scrivere

sarebbe meglio, per non sfigurare.
no non aspetto figli. ancora non sono arrivati. ora in compenso lavoro a padova a 40 km da casa, in zona stazione Bronx. ogni mattina auto - stazione - treno - piedi, ogni sera l'inverso. sto via di casa 12 ore consecutive. il mio contratto scade alla fine di questo mese.
no, non ho molto da scrivere.
se non che tutto va bene e il natale è alle porte. e che mi devono operare di cataratta e ci vedrò meglio. che emme è sempre più bello. che abbiamo spostato il boiler, abbiamo mandato una diffida all'amministratore condominiale. che io e emme abbiamo fatto una bella festa di compleanno in un forte qui nei dintorni.
che ho imparato a fare delle ottime creme di verdura col fatto che a emme hanno tolto recentemente il dente del giudizio.
che ieri sera si stava bene all'osteria con gli amici e che il viso di alcune persone nella mia memoria sta sbiadendo piano piano.

giovedì 20 febbraio 2014

11 anni

per 11 anni, dal 2003, ho preso la pillola. l'ho presa per dei dolori mestruali atomici. l'ho interrotta in due sole occasioni, la prima nel 2005 per operarmi ad un ginocchio (il trattamento con eparina ha causato una mestruazione durata 20, dico VENTI giorni. il mar rosso.), la seconda quando il mio ex marito mi ha lasciato, ma in quel momento sinceramente il mio corpo era per i fatti suoi quindi non ho prestato la minima attenzione a cosa comportasse l'interruzione del contraccettivo.
mi sono accorta che
1) i miei capelli restano più puliti e si ingrassano molto meno. e sono più lucidi, sono belli, in realtà. lo hanno notato anche altre persone.
2) anche la mia pelle è diversa e emme mi ha detto ieri sera che ha cambiato odore e anche al tatto risulta più liscia e morbida
3) l'ovulazione
quella è allucinante. a caccia su internet di come siano i sintomi dell'ovulazione, sono forti, in realtà. il primo è un mal di testa clamoroso. il secondo un doloretto nel basso ventre dal lato destro (che ne so, potrebbe essere l'ovaia interessata). il terzo, una sonnolenza micidiale di sera. alle nove e mezza non riesco a tenere gli occhi aperti, crollo di sonno che neanche coi raudi, come ieri sera. 10 ore filate di sonno, emme mi ha detto che mi ha trovata nel letto vestita e mi ha tolto il maglione, sono proprio andata giù col botto. il quarto, l'appetito che diminuisce e fastidio a mangiare la maionese, cibo per il quale normalmente sarei capace di uccidere pur di procurarmelo.

non è difficile notare che questi sintomi siano anche assimilabili a quelli di inizio gravidanza, e per forza! sono qui che spero. dopo una sola settimana e mezza, ma so col cervello che è impossibile fisicamente che si sia verificata un'ovulazione anticipata e che io solo da martedì scorso provo a concepire con emme e ci siano già gli ormoni della gravidanza in circolo. eppure ci provo, penso, scandaglio, leggo l'impossibile su internet sbircio dal lavoro siti come pianetamamma o cercounfiglio o blablabla.
insomma, mi sto suggestionando.
qualsiasi persona dotata di buon senso mi direbbe "calmati se fai così il figlio non arriverà mai"
ma questa persona qualsiasi dovrebbe mettere in conto che sta parlando con una squilibrata e a sentire questa frase e al solo ripetermela l'ansia aumenta ancora di più.
calmarsi
se fosse facile
torniamo sempre lì. come non essere ossessivi? come calmarsi?

ah poi volevo scrivere anche un'altra cosa. il mio ginocchio è mezzo scassato e mezzo posticcio, mi hanno operata due volte e ogni tanto (anche ogni poco) si gonfia e si blocca. così ho pensato di fare una risonanza magnetica di controllo. telefono munita di impegnativa e prenoto in un centro diagnostico vicino a casa mia che mi dice "in convenzione sono 45 euro ma ho posto a fine marzo, altrimenti tra 10 giorni, però privatamente e sono 102 euro"
mi accordo per fare l'esame privatamente e pagare i 102 euro. mi presento l'altroieri, vado in cassa e me ne chiedono solo 45, o meglio, la ragazza della reception-accettazione me ne chiede 45. io che di lavoro sono receptionist so bene che la segretaria è la prima con cui il capo si incazza. le chiedo di verificare meglio, non voglio che una mia collega vada nei guai per causa mia. sei sicura? le dico. mi avevate detto 102. controlla meglio, non voglio che ci rimetti tu. lei era sicura. così pago con lo sconto e mi presento in sala d'attesa. vedo un boccione per l'acqua e avendo appena fumato una sigaretta avevo la bocca arsa, e decido di versarmi un bicchiere d'acqua. leggo le istruzioni, verso l'acqua e come da copione sbaglio coi bottoni e faccio un piccolo lago sul pavimento. mi sento male, oddio la risonanza la fa gente in stampelle, oddio esce uno in stampelle e scivolerà. così mi armo di tutti i fazzoletti che trovo, puliti e sporchi, e mi metto ad asciugare il pavimento cercando di non farmi notare. in quel momento si apre la porta.
esce un tizio biondo cogli occhi azzurri e vestito di bianco e pronuncia il mio nome.
bella figura di merda.

ecco volevo raccontare questo
ciao

mercoledì 12 febbraio 2014

a caccia di cicogne

la caccia è cominciata ieri.
poi passo in farmacia a prendere l'acido folico
mamma mia gente. mamma mia. neanche so se ne posso avere. non ci ho mai provato. aiuto aiuto aiuto aiuto

martedì 11 febbraio 2014

il sei di novembre

ho dovuto salutare il mio gattino. si chiamava pablino ed era malato, molto malato. aveva l'epilessia, e i postumi di quell'encefalite sono stati devastanti sul suo comportamento. era un gattino ritardato, mangiava le cose, le maglie, i pezzi di gomma, gli si occludeva l'intestino. lo abbiamo fatto operare qualche volta. era così bello, così buono e dolce e lo amavo con tutto il cuore. era sempre entusiasta della vita nonostante i veterinari, le sale operatorie, i ricoveri. pablino alla fine non ne poteva più e l'ho accompagnato fino alla fine. aveva solo due anni e mezzo ed era il mio grande eroe. pablino. il mio piccolo speciale gattino, molto più che un gattino.
mi ha insegnato moltissimo
la cosa che vorrei ricordare, l'insegnamento più grande, si può riassumere in una sola frase:

INDIETRO LE LACRIME E FUORI I COGLIONI

ora ho due piccini di nove mesi e si chiamano Tesla e Pascal, sono allegri sani e divertenti e amo tanto tanto anche loro, con pablino l'amore era tragico, terribile e da groppo in gola, con loro splende sempre il sole anche in giornate come queste, anche in serate come quella di ieri, riunione condominiale a casa mia.
che alla fine è stata bella.
prendendo in mano le redini del condominio io e emme abbiamo preso l'iniziativa, comprato succhi di frutta, vino e amaro, e invitato dopo cena i nostri (pochi e sparuti) vicini di casa per proporre di chiedere i permessi per fare le canne fumarie e predisporre i lavori per il riscaldamento autonomo. la nostra casa è costata poco e difatti qualche problema ce l'ha, primo su tutti quella caldaia a gasolio completamente illegale che viene revisionata senza fattura e prima o poi prenderà fuoco secondo me.
a dicembre una mattina l'ho accesa io e mi pareva di accendere un TIR Scania anni Sessanta. TERRRENNENNENNENNNENNNN. l'ho avviata al quinto tentativo dopo essermi beccata non so quante sgasate da tubo di scappamento in faccia.
io e emme con il nostro sorriso radioso abbiamo forse ottenuto il consenso dei condomini, puntando sul risparmio, su quanto meno si spenderebbe di energia elettrica eliminando i nostri boiler elettrici precolombiani in favore di una caldaia non dico ipertecnologica ma almeno dignitosa, che ti scalda la casa all'ora che vuoi, e soprattutto l'acqua per la doccia. io e emme a volte se abbiamo freddo ci facciamo il bagno scaldando l'acqua nei pentoloni. è una cosa romantica, non dico di no, ma è per far capire che sembra di essere nella baita di Heidi.
ho 34 anni, mi chiamo betta e forse sto diventando grande.
parliamo con geometri, termoidraulici, ci sbattiamo per forme di riscaldamento a basso impatto ambientale, pensiamo al pellet ai termoconvettori svedesi  a centomila alternative e siamo diventati abbastanza esperti.
vorrei che i grandi fossero fieri di noi.
per quanto riguarda questo blog, vorrei che i grandi fossero fieri di me.
ma devo esserlo io e questa per me è una cosa nuova.
quindi,s enza frignare davanti all'acqua troppo fredda per lavarsi

INDIETRO LE LACRIME E FUORI I COGLIONI.

lunedì 10 febbraio 2014

non sono poi così cattiva

scrivo tante cose cattive qui, ma nella realtà non sono così. questo è solo un lato di me. è brutto che ci sia e vorrei sconfiggerlo. credevo di odiare tutti e invece in realtà amo più di quanto sapessi.
quello che vorrei scrivere qui o persino paura di scriverlo, perché per una volta è una cosa bella. e dolce. e chi lo sa se siamo pronti. chi lo sa se ce la faremo. chi lo sa amore mio se io e te ce la faremo. a me sembra di conoscerla già. e di vederla in braccio a te, con la pelle chiara le guance rosa i capelli biondi come i miei ma ricci come i tuoi. vorrei che si chiamasse Lucia, che vuol dire "chiara, luminosa, splendente".
io e te ci guardiamo. e ci capiamo. e ridiamo. non ci manca niente infatti. siamo felici io sono tanto felice con te.
non so se porterò alla fine questo post io ho le lacrime agli occhi
ero sposata credevo di amare e effettivamente ho anche amato. ma era diverso, molto diverso, non c'era questa cosa che c'è tra me e te e che ogni giorno cresce, che io non so neanche bene come chiamare, forse intimità. tutto con te è semplice e normale, niente è strano niente è sbagliato. quando facciamo l'amore io subito dopo scoppio a piangere e non è tristezza è solo emozione, un'emozione incontenibile, l'emozione di essere a casa, tutta intera, col mio corpo coi miei difetti dei quali una parte di me si vergogna e si era abituata a nascondersi. non si fanno paragoni perché, semplicemente, così in alto con l'ex marito io non sono arrivata, come con te. eppure non riesco a non scoppiare di gioia mentre mangiamo gli avanzi della festa, riscaldiamo le cose. a noi basta poco per essere felici. tu coi tuoi occhi color velluto mi accarezzi.
saranno gli stessi occhi che avrebbe lei, che avrà lei, che HA lei. perché io penso che lei esista già e la amiamo già.
farò la RM al mio ginocchio rotto perché se sono incinta non la posso fare. vorrei sistemare e risolvere la mia gonalgia post intervento. fare nuoto o palestra, mettermi in forma, per il suo arrivo. che sarà anche il tuo perché ti somiglierà e lei sarà la tua principessa, il tuo più grande amore.
ho le lacrime agli occhi e un groppo in gola che non so mandare giù
amore mio
sono emozionata.

martedì 4 febbraio 2014

non si dovrebbe

io faccio un lavoro che non c'entra niente con me, come del resto la maggior parte della gente. ultimamente ne soffro. e se però penso a cosa, quindi, sarebbe adatto a me, non mi viene in mente niente. se più banalmente pensassi a cosa avrei voglia di fare, direi semplicemente dormire piena imbottita di valium. per anni.
non ho voglia di stare sveglia, di pensare, ragionare, non ho voglia di niente, solo di dormire e simulare di non essere al mondo. simulare. magari cambierò idea, che ne so. ma sono stanca, così stanca, ma così stanca.
il mio responsabile del personale ed io purtroppo non andiamo d'accordo, proprio non ci piacciamo. a parte che mi chiede di fare cose che con la mia mansione non c'entrano, anche cose abbastanza imbarazzanti. a parte che mi vieta di stare in ferie per più di una settimana di seguito nonostante siano più di due anni che sto qui. a parte che mi riprende per cose futili e mi dice pure che sorrido troppo poco. e che dovrei fare gruppo. e stare in mezzo alle colleghe, mangiare in compagnia, divertirmi in compagnia. gli ho spiegato con parole gentili che chi si fa i cazzi suoi campa cent'anni ma credo non abbia capito. così come non si dà pace del mio atteggiamento da lupo solitario e prova a coinvolgermi con delle battute da far accapponare la pelle. ma a parte queste cose stupide, insomma, l'unica cosa vera e che resta è che non ci siamo simpatici, io con l'antipatia ho spesso a che fare, e mi regolo ignorandola. tu mi sei antipatico e io ti tengo CORTESEMENTE lontano. ti sorrido, ti dico buongiorno. ti tratto coi guanti. non ti offro appigli. ma proprio di nessun genere, né nel bene né nel male, e con me hai l'impressione di avere a che fare con un manichino, che non è una bella sensazione ma non puoi farci niente. ma siccome io con te ho invece l'impressione di avere a che fare con uno cui le segretarie quando era piccolo devono aver fatto del male, insomma, qui c'è qualcosa che non va.
fai anche tu il manichino con me, no? due manichini che non si pestano i piedi, si salutano meccanicamente. e magari alla lunga finiranno anche per starsi simpatici che ne so io, ma intanto no, proprio no. io gelida lui arrogante e poco rispettoso.
e questo mi fa arroventare i coglioni perché l'idea di stare qui dentro otto ore al dì con questo che come un avvoltoio mi si ... oddio. magari sono paranoie mie e basta. magari mi sento osservata ed è vero magari sono io ad osservarmi.
lavoro nel settore assicurativo.
ho un bell'orario e l'ufficio è vicino a casa. sono interinale, ho un contratto precario e sono quasi all'ultimo dei rinnovi concessi. lavoro spero abbastanza insomma oggi ho le vesciche alle mani vorrà pur dire qualcosa. dietro la facciata da grandi compagnone le mie colleghe nascondono grandi problemi. di alcune so qualcosa, di altre meno. quel qualcosa è così brutto che preferirei a volte non saperlo. ci sono donne che soffrono orribilmente e poi in ufficio vestono in tailleur e tacchi ed esibiscono un piglio da diavolo che veste prada. "fattela una scopata" si dice di loro. se solo sapeste. ecco io non so se quella sia forza, è vero che se salvi le apparenze prima o poi loro salvano te ma loro non hanno il coraggio di dire sto male sto di merda
o forse non hanno la debolezza di dirlo
quello che si vede è che sono integrate, parte di un meccanismo, perfettamente nel loro ambiente. io invece no, a pausa pranzo giro con amici che non hanno nulla a che spartire con il personale di un'agenzia assicurativa. io che amo gli animali, che amo stare da sola, che non curo granché la bellezza, l'igiene personale. l'abbigliamento. quando ho una saponetta e un deodorante sto a posto, una sola borsa alla volta, un solo paio di scarpe da buttare e rimpiazzare con un altro quando proprio hanno i buchi.
e la mia sigaretta in bocca a dimostrare che siamo tutti fragili, e vittime del vizio.
non posso definirmi infelice anche se piove da giorni e non si vede neanche un po' la fine del maltempo.
mi sento solo fuori luogo, in un posto che non c'entra con me, né so immaginare dove dovrei stare.
come un pantalone viola con delle scarpe marroni.

venerdì 31 gennaio 2014

coscienza sporca

mi sento con la coscienza sporca a scrivere tutte queste brutte cose, tutte qui. non va poi così male. per niente. anzi, credo che questo sia uno dei periodi più felici della mia vita. sono circondata da persone belle e sincere, finalmente. il mio compagno è l'uomo più intelligente che io abbia mai conosciuto. è bellissimo. con lui mi sento davvero insieme. in sintonia. parliamo abbiamo un grande dialogo la cosa più bella e preziosa che ci sia, quella che con l'ex marito mancava assolutamente.
ma è proprio per questo che scavo qui, sputo qui
certe volte sento come se qualcosa di nuovo e importante stesse per succedere. sento questa sensazione di imminenza, un cambiamento giusto fuori della porta, sul pianerottolo, che sta per suonare il campanello di casa.
la mia casa.
quella che ho comprato, che amo tanto. con quei bei pavimento di marmo, rétro, con quella cucina che fa innamorare al primo sguardo così spaziosa, comoda, un laboratorio. i lampadari Tiffany, non originali ma che sembrano, con quei bei colori e quell'effetto vetrata che io amo così tanto e ho sempre amato tanto.
cambiamenti alle porte, due gattini sempre più simpatici. il mio fidanzato che questa notte mi ha accarezzato il viso e ho sentito così tanto così tanto amore in quelle mani.
ma non posso fingere che non ci sia la parte d'ombra. vogliamo illuminarla e descriverla per bene, ci serve una penna un po' di inchiostro

questa notte ho fatto questo sogno che ho descritto in un sito di interpretazione dei sogni. spero che qualche buonanima me lo sappia decifrare

Ero con delle colleghe, le più simpatiche, in una casa al mare. in questa casa avevano appena recintato, c'era il mio compagno. dei ragazzini ci avevano soffiato il posto auto per scaricare la spesa, e noi stavamo aspettando che finissEro per parcheggiare. io e il mio compagno eravamo abbastanza contrariati, una delle mie colleghe diceva che bastava avere un po' di pazienza. arriva un bimbo sui sei anni, zingaro, in bici. frena e si mette vicino a noi per fare amicizia, è molto simpatico, ma per terra sul marciapiede troviamo vicino a lui un altro bambino, bellissimo. piccolo piccolo, grande come un orsacchiotto, senza vestiti, tutto sporco. è davvEro bellissimo, ha i capelli abbastanza lunghi castani e gli occhi proprio azzurri come il mare che si vede dalla casa. lo prendo in braccio ed è leggEro leggEro come un gattino,  e con la collega e il mio compagno iniziamo a cercargli del vestiti, pannolini, un posto dove lavarlo, cosa gli diamo da mangiare a questa creatura?
sembra proprio un angelo e la cosa che ci lascia più incantati è che è davvEro tanto piccolo. il bambino di sei anni non lo conosce, non l'ha mai visto. il bambino piccolo piccolo non piange, è buono

giovedì 30 gennaio 2014

"il mio primo ciclo"

leggo su facebook di un gruppo di ragazze che hanno fondato la pagina facebook con questo titolo. il mio primo ciclo. dove si parla delle prime esperienze mestruali.
e chi usava l'assorbente grande, la mutanda nera, la mamma che senza il minimo pudore segnava sul calendario le date.
io ho NASCOSTO LE NOTIFICHE. mi disturbava proprio vedere questo gineceo dialogare su una cosa invereconda come quella.
ma il ciclo è una cosa naturale, potrebbe obbiettare chi legge. e io rispondo che anche la merda è naturale, anche il mal di denti, la vigliaccheria e le caccole tra le dita dei piedi, ma non per questo si deve fingere che sia una cosa bella e parlarne quasi orgogliosi di poterlo fare.
sono ginofobica. le donne mi mettono ansia. paura. e sconforto.
le donne non sanno fare un cazzo e quello che sanno fare lo sanno fare grazie agli uomini. le poche volte che ho stima di me stessa è quando faccio cose da maschio, come ad esempio trasportare pesi andare dal meccanico imbiancare una parete o bestemmiare o ubriacarmi.
o meglio. le donne sanno fare molte cose, ma quello che sanno fare è l'esatto contrario delle cose che penso siano importanti nella vita.
sanno spaccare il capello in 4
sanno piangere e fare pena
sanno consigliarti trucco e parrucco
sanno spendere cifre esorbitanti in abiti scarpe borsette parrucchiere
sanno tutto sulle cure naturali
si incazzano e non si sanno dominare
sono instabili
sono deboli
alcune di queste cose fanno parte di me e pertanto le ammazzo e cerco di mortificarle. tempo fa avevo paura di guidare l'auto. ero terrorizzata. così, considerando questa fobia tipicamente femminile, mi sono arrabbiata. e ho cominciato a sbattermi una spazzola di legno contro il cranio. e più paura avevo più forte sbattevo
il risultato è stato la testa piena di bernoccoli
e un'auto da guidare.
perché è così che vanno trattate le donne. a sprangate in testa.
un'altra volta ho avuto la gastrite a causa dei troppi caffè bevuti. e ho cominciato a berne ancora di più e a cercare di essere felice del male allo stomaco che sentivo, se fossi stata uomo non credo mi sarebbe venuta la gastrite. il risultato sono stati meritatissimi crampi. perché è così che vanno trattate le donne, intossicate e avvelenate fino a quando non diventano forti come un uomo.
il mio primo ciclo è stato in quinta elementare. avevo 10 anni. compagne di scuola belle come fili d'erba che giocavano con le barbie, io già in sovrappeso e potenzialmente in grado di concepire figli. di quel giorno ricordo il dolore e la sporcizia. avevo l prove col coro dei bambini e stavo male ma mia madre, alla quale ho confessato la vergogna, mi ci ha mandato ugualmente.
quando ho avuto l'età della ragione (e ogni mese dissenteria e 39 di febbre) ho iniziato ad imbottirmi di aulin. otto, dieci pastiglie nelle prime 12 ore di ciclo. aulin aulin aulin. mi avevano detto che sarei morta, che lo avrebbero ritirato dal commercio. meglio, pensavo.
poi niente. è finita. ora prendo la pillola ed è finita. uso i Tampax. prendo la pillola pur fumando 30 sigarette al giorno. rischio la trombosi? bene perfetto vediamo se è vero.
questa è la femminilità per me. una cosa da sfidare, ammazzare, avvelenare e mortificare.

mercoledì 29 gennaio 2014

siamo in due

ieri ho lasciato a briglia sciolta la betta bimbaminkia che abita dentro di me. è bruttarella, puzza. si lava poco e odia il mondo intero.
odia la vita, soprattutto.
la considera un dono INDESIDERATO.
vorrebbe morire e desidera anche la morte degli altri.
scalcia come un piccolo mulo e urla. odia odia e odia, è nera dentro al sangue.
la betta l'altra è ben diversa. molto dolce, agli occhi altrui. non bella ma gentile, buona, ottimista.
sono due facce della stessa medaglia?
no
non penso.
più che altro, sono una il nucleo dell'altra. da dove la bionda trae la sua celebre forza, se non dal piccolo sgorbio fetente? quella forza che le ha permesso di affrontare la separazione dal matrimonio oppure la malattia del gattino che ora è morto?
ieri stavo malissimo, molto male. ero via di testa non riuscivo a fare altro che a dar voce alla betta stronza. un "like" su facebook di un mio post dove scrivevo che volevo smettere di fumare, stare meglio, iscrivermi in piscina, andare dalla parrucchiera, che mi ha fatta saltare per aria come dinamite, perché io non sono brava buona bella né posso migliorare, era il alto nero di me, quello arrabbiato senza speranza.
ma oggi è diverso.
oggi mi sento forte, grazie a ieri.
mi sono letta le ricette di come estrarre la ricina dai semi di ricino per avvelenare alcune persone che vorrei eliminare. ho pensato che quando avrò perso tutto potrò dedicarmi all'attività di giustiziere, avvelenatrice, eliminatrice dei cattivi. mi sono sentita serena, in pace, c'è tempo per avvelenare i cattivi, lo potrò fare, non è sbagliato, è solo una cosa che farò quando non avrò più niente. è il piano ZETA. quello finale, se il resto dell'alfabeto non andrà a buon fine.
la bionda e la scura non si possono incontrare. e chi l'ha detto? ieri si sono incontrate e la bionda almeno ha fatto il beau geste  di stare a sentire che cosa avesse la scura da dire, e di cose ne aveva, eccome. scene di un matrimonio finito umilianti e tetre. energia buttata in una famiglia che è ormai nel cestino della spazzatura. ma ora di famiglia ce n'è un'altra, solo che non si può fingere di non soffrire
e il pantano, quel pantano sotto il primo strato dello stagno limpido che è la mia vita, la bruna ha il coraggio di smuoverlo. tirarne fuori tutte le sanguisughe, i tritoni, le anguille nere.
si torna, indietro, alle origini per dragare quel canale dove sedimenti su sedimenti di amarezza sono lì da troppo tempo.
non si può marcire dalle fondamenta, la scura ha tolto il coperchio.
il senso di questo giorno, il suo sapore
è essere tornata alle medie
a carnevale
l'aria è carica di energia, limpida. incazzata ed affilata come una lama. è la scura cattiva a dare la forza alla bionda
mi chiamo betta, ma siamo in due.

giovedì 23 gennaio 2014

de invidia

tutti abbiamo i nostri difetti. talvolta ci piace anche ammettere di averli. i sette peccati capitali, no, presente? e tutti a dire "io ho la lussuria" oppure "io ho la gola"
raramente qualche temerario dice "io ho la PIGRIZIA"
ma il peggiore dei difetti, quello che nessuno ammette di avere, l'invidia, che poi è anche il più diffuso
ecco, quello
più inconfessabile.
ecco di questo vorrei parlare
l'invidia è quella cosa che ti fa sentire un gradino sotto agli altri, ma anziché a migliorarti per raggiungere il loro superiore livello, lei ti spinge ad affossare loro.
se non posso essere bello come te, allora ti renderò più brutto di me.
se non sono intelligente come te, cercherò di spargere la voce che sei stupido e tutti penseranno che si stupido
se hai una bella casa io ti ci faccio la cacca in soggiorno.
questa è l'invidia.
se non la capisci, se non l'ammetti, lei si traveste da altro.
"tu sei meglio di me e difatti ti stai montando la testa. ti danneggio per il tuo bene affinché tu impari cosa sia l'umiltà"
"tu sei meglio di me io sono soltanto una lurida megera che non può che fare cose da lurida megera"
"tu sei stato bravo, io no ma tu sei stato fortunato,
"non fraintendermi, io sono contenta per te. solo che quelle cose le desidero tanto anche io ma non potrò mai averle perché (.... segue lista di traumi infantili)"
"non è invidia. no non ti invidio. sono la volpe e a me l'uva mi ha sempre fatto schifo e sono allergica"
l'invidia nasce dall'insicurezza.
questo mi porta a dire, da storicamente insicura quale sono, che le persone insicure tendenzialmente sono dei pezzi di merda.
sarebbe da capire, l'insicurezza a sua volta da che cosa nasca.

comunque
mi chiamo betta.
ho avuto in passato il cuore spezzato ma ora il mio cuore sta meglio.
ho avuto in passato delle storie che mi hanno ferita.
ho ferito anche io e non avrei voluto. alcune volte è stato necessario. ma la maggior parte non lo era, in quel momento lo pensavo ma potevo invece evitarlo.
mi chiamo betta e chissà quante volte sbaglierò ancora.
non vedo grandi margini di miglioramento.
mi chiamo betta e vorrei cantare come mina e invece so solo lamentarmi.
ciao


venerdì 10 gennaio 2014

per cominciare

facebook mi pialla la testa. pensavo di essere meglio di così, invece facebook è superficiale, paratattico, per lo meno come lo uso io, che è l'utilizzo più fastidioso ed irritante possibile (rendere noto al mondo che cosa sto cucinando, quanto calda era l'acqua della doccia, impestare le bacheche altrui con le foto dei miei gatti, lanciare nel mare messaggi in bottiglia assolutamente criptici ed insignificanti, esprimere giudizi taglientissimi dovuti al momentaneo capriccio mestruale).
quindi, siccome mi dò fastidio da sola, preferisco farlo in un blog. dove svuotare la mente.
ho spesso bisogno di limitare entro una forma circoscritta e logica i miei pensieri. circondarli con un segno grosso a pennarello. altrimenti scappano, vedete, altrimenti prendono il sopravvento. non mi lasciano dormire, o lavorare, o essere felice.
"non pensarci" è il consiglio che ti danno. chi? tutti. l'amico, il medico, la psicologa. grazie al cazzo, lo so anche io che non devo pensarci, ma l'ossessione prende vita propria. diventa un mostro peloso e nero, con un solo occhio piccolissimo e rosso. e cento mani che ti tirano da tutte le parti. ti lasciano esausta ed insonne. e come posso non pensarci, se mi sento strattonare ovunque?
e allora che dignità di esistenza SIA, caro mostro. e ti descrivo proprio qui, mi serve per guardarti in faccia e lustrarti il pelo col balsamo pantène, perché diciamo la verità: la bellezza è negli occhi di chi guarda, ma anche la bruttezza. a me sembri tanto brutto ma magari guardandoti bene scopro che non è così che stanno le cose. che ne so.


mi chiamo betta.
ho 34 anni
ho dei problemi che mi sono creata da sola
sono lagnosa, insopportabile, sciatta
odio lo shopping
odio comprare vestiti odio farmi bella odio cercare di rendermi bella.
mi fanno schifo i dolci e specialmente la cioccolata. e odio anche lavarmi i denti.
desidero delle cose: un figlio, aprire un negozio di cibo per gatti, smettere di fumare quelle 30 sigarette al giorno e diventare vegetariana. ma sono cose che mi sembrano impossibili.
ho un'autostima che vale come un due di briscola. sono in sovrappeso. e ho un brutto neo col pelo sotto al mento.
e la testa molto confusa.
molto, molto confusa.