martedì 3 maggio 2016

non sono una bella persona.- post eterno pesante e tronfio

lo dico sempre. il mio difetto peggiore è l'invidia.
l'invidia mi rende malvagia, cattiva, vendicativa. la mia invidia si placa solo col tempo, tanto, ma tanto tempo. qualcosa come circa una quindicina di anni.
non prima.
l'ho sempre detto, nessuno mi crede, ma so essere furibonda quando sono invidiosa.
e il fatto che io sappia perfettamente che il sentimento d'invidia è negativo, mi rende pure autolesionista.
oltre ad essere invidiosa, mi sento in colpa per esserlo. pertanto mi mortifico. ma l'automortificazione porta la mia invidia a crescere ancora. la spirale si autoalimenta e mi fa soffocare.

dicono che la gravidanza porti introspezione e temo che sia vero.
ci si studia, si diventa più "parasimpatiche", nel senso che stiamo attente anche ai lati più oscuri, meno logici di noi stesse. lati che non abbiamo mai provato a descrivere con delle parole, lati neanche pensati, ma solo percepiti come un infrasuono durante un film dell'orrore. quel brivido lungo la spina dorsale che origina da un suono che il tuo timpano non traduce come "suono" al tuo cervello, ma come "brivido" sulla tua pelle. e basta.

lati non descrivibili di noi improvvisamente sentono la necessità di essere immortalati con delle parole, delle immagini, degli esempi.... all'università ricordo una lezione, una delle più preziose della mia vita, a livello culturale ma soprattutto personale. veniva spiegato come, nella storia, quando veniva fatta della mitografia (quando cioè un mito greco veniva descritto, in un'opera letteraria) significava che quel mito era già morto.
altrimenti che senso aveva parlarne?
non descrivi qualcosa di evidente a tutti. non spieghi a nessuno che l'erba è verde, avrebbe senso farlo solo se l'erba non esistesse più, giusto?

la necessità che ho, urgente, di descrivere la mia invidia, mi lascia sperare che sia in fase di esaurimento. ovviamente la mia invidia riguarda la conoscente, che al primo tentativo è rimasta incinta e che ora, assieme al suo compagno che è uno storico amico di emme, ci perculano.
nel senso che amano dire "oh, voi due anni noi invece ZAC, al primo colpo". lo dicono a noi e anche ai nostri comuni amici.
lei alla comunicazione ufficiale agli amici, avvenuta come da etichetta allo scadere del primo trimestre (io ed emme invece dalla gioia non siamo invece riusciti a tenercelo per noi) ha detto anche "quella sera le mie ultime parole famose sono state BOF, NON RESTERO' INCINTA FACILMENTE e poi mi sono addormentata sul cuscino e invece ZAC" e poi mi ha guardato e ho colto un sorrisetto (dimmerda) probabilmente motivato dal fatto di essersi resa conto di aver detto uno sproposito con me presente, ma tant'è, #sonofiganonèmicacolpamia.

insomma, io ci resto male ma il problema è mio. li rifiuto, rifiuto la loro presenza. se facessi notare loro che queste frasi mi feriscono, sono sicura, conoscendoli, che direbbero che non so stare allo scherzo, che sono priva di ironia, che sono pesante. che siamo pesanti. perché questo malcontento coinvolge anche il mio splendido meraviglioso emme. che pure lui ci è rimasto di sasso davanti a certe sparate.

e una cosa bella, magnifica, come l'immaginare chiara-daniele coi capelli biondi come i miei, ricci come i suoi, ridere di gioia e fare un sorriso speciale al suo papà e sapere che la sto fabbricando in questa pancia e che in ogni momento della mia vita mi porto dentro non solo un pezzettino di emme, ma una nuova vita che avrà i suoi cromosomi oltre che i miei

una cosa così bella
assume un sapore amaro.

mi sono sfogata, ecco. (mi sfogo spesso ma in realtà non serve a molto...)

7 commenti:

  1. ti consiglio un libro carino. si chiama "quello che le mamme non dicono" di chiara cecilia santamaria. Lei scrive anche un blog (machedavvero).
    L'ho scoperto per caso e l'ho regalato a tutte le mie amiche in attesa.
    Lei racconta la sua gravidanza. Non cercata. Ha pensato anche di abortire. Ma poi no. E poi al parchetto spettinata, coda di cavallo per i capelli troppo sporchi. Tuta nera vomitata....incontra l'amica figa del liceo. Ancora figa. Perfetta. Zero pancia. Pettinata e truccata a modo. Passeggino tecnico ultra figo. Dentro una bambina. Perfetta. Una bambola.

    Penelope.

    E lei pensa.
    Sarai figa, ben pettinata, tutto quello che vuoi. Ma io vorrei esserci quando le amichette di tua figlia a scuola abbrevieranno il suo nome, urlando per andare a giocare: "vieni PENE!!!!"

    Eh si, so soddisfazioni....
    (e rido ancora adesso dopo 6 anni dalla lettura...)

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    1. che ha poco da cercare di farsi chiamare Penny, dici. Pene è e Pene rimane. maiuscolo, nome proprio.

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  2. Anche io come Giorgia ho letto quel libro e l'ho regalato!!
    Sai che ti dico!?!? che tanto la gente parla parla parla ma alla fine sono pesanti loro...sai quante volte avranno raccontato quella storia!?!?Sai che magari lei o lui ci saranno pure rimasti male perché al primo colpo e ZAC...della serie qui non si puo' sgarrare nemmeno mezza volta!
    E vuoi mettere storia che racconterai alla tua bambolina...tu e il suo papà l'avete cercata tanto e vi siete "dovuti volere bene" tante volte, poi lei vi ha visti le siete piaciuti ed ha scelto voi

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    1. manu questo sì che è un pensiero dolce <3 <3 <3 era venuto in mente pure a me, che mi ci vedo a raccontare a C-D che io e il papà giravamo in mezzo agli angioletti a cercare la nostra angioletta ma eravamo sicuri che da qualche parte ci fosse e anche se il tempo passava noi continuavamo a cercarla....

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  3. Scusa se mi permetto, tu sai come sei fatta, però, l'impressione che ho avuto io e' invece che l'invidiosa in realtà sia quella che ti percula. Non perché per te è stato più difficile che per lei, quanto magari per diecimila altre questioni che tu non immagineresti mai. Io sono stata una bambina buona, di quelle al limite estremo della coglionaggine, che piangono perché le a michette le tiranneggiano ma giocano con loro ugualmente. Mi ci sono voluti quasi trent'anni per capire che mi sminuivano o sottolineavano le mie défaillances solo perché erano invidiose a morte di me. E credo che le loro mamme non mi facessero un bel servizio, prendendomi ad esempio. Comunque questo solo per dire che chi si pavoneggia spesso è molto più insicuro e infelice di quanto voglia apparire.

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    1. bridigala, grazie del tuo commento. mi dispiace per la tua infanzia, parli della bontà come se fosse una cosa brutta. quando non può affatto esserlo... che la conoscente mi invidi, può darsi. davvero. anche a questo avevo pensato anche io. e che in qualche maniera, questa sia la sua vendetta. scrivo nel blog proprio per evitare di cadere nel tranello (orribile) dell'invidia, e di fare lo stesso gioco. ma in parte purtroppo l'ho già fatto.
      ma
      siamo sempre in tempo per smettere.
      e considerare la conoscente esattamente per quello che è, e cioè una persona come tutte le altre, con le sue fragilità e i suoi ormoni in completa confusione, esattamente come me. con questo però non me la sento ancora di dire che se la rivedo sono contenta.
      un passo alla volta.
      comunque, di nuovo, grazie.

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    2. Beh, tutto sommato a parte quel gruppo di amiche, per il resto me la sono cavata. L'unica cosa è stata metterci trent'anni a capire le motivazioni di quelle bambine... Evidentemente ero meno furba di quello che credevo :-D

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